La notizia arriva direttamente dalla Solothurner Zeitung, una testata locale svizzera vicina alla sede BMC. Per ora non si sa con certezza quanti dei licenziamenti riguarderanno lo stabilimento in Svizzera, perché è ancora in corso una fase di consultazione. Ma il segnale è chiaro: si tratta di una ristrutturazione pesante, l’ennesima nel settore bike dopo l’onda lunga (e poi corta) del boom COVID.
Non è (solo) colpa del mercato bike
BMC non è gigante come Trek, Giant o Specialized. Stando a quanto dichiarano loro stessi su LinkedIn, i dipendenti globali sono 160. Fare due conti è facile: se i tagli saranno davvero 40, è un ridimensionamento serio, non una semplice sforbiciata.
I motivi? Sono un mix di cose. Come sempre, la comunicazione ufficiale parla di “misure necessarie per garantire la competitività nel lungo termine”, la classica formula elegante per dire che i costi sono troppo alti e le vendite non bastano. Ma c’è di più: BMC ha anche ammesso che le tariffe imposte dagli Stati Uniti hanno avuto un peso sulla decisione. Un colpo di grazia in un contesto economico che per il mondo della bici è tutto tranne che stabile.
Crisi a più livelli: non è il primo segnale
Già nel 2023 si era vociferato di un primo round di licenziamenti, mai confermato ufficialmente. Poi nel 2024 era arrivata la richiesta al governo svizzero per accedere a un programma simile alla cassa integrazione: meno ore lavorate, con parte dello stipendio coperto dallo Stato. Un modo per prepararsi al peggio. E ora il peggio sembra arrivato.
Nel frattempo, anche il lato prodotto ha avuto qualche scossone: la Kaius 01, gravel di punta del brand, ha subito un richiamo per un problema al tubo sterzo, che in alcune condizioni critiche si sarebbe potuto staccare. Una cosa rara, ma che certo non aiuta in un momento così delicato.
Fine di un’era o svolta necessaria?
La ristrutturazione dovrebbe concludersi entro la fine di giugno. L’obiettivo dichiarato è quello di mettere il bilancio in ordine e tornare su basi solide. Ma il punto è un altro: questa è solo l’ultima di una lunga serie di scosse che stanno attraversando il mondo bike. Dopo anni di euforia post-lockdown, ora il settore si sta ridimensionando in fretta. E chi non ha le spalle larghissime, come BMC, si trova a dover fare i conti con una realtà molto meno romantica.
Questa situazione lascia una domanda aperta: che ne sarà di un marchio iconico come BMC nei prossimi anni? Sarà in grado di reinventarsi e restare un punto di riferimento, o rischia di diventare uno dei tanti nomi che abbiamo amato... e che finiremo per ricordare con un po’ di nostalgia?
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