Le moto rovinano (in parte) lo spettacolo tra Pogacar e Vingegaard: a Morzine vince Carlos Rodriguez

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Stradatour de france 2023

Le moto rovinano (in parte) lo spettacolo tra Pogacar e Vingegaard: a Morzine vince Carlos Rodriguez

Straordinaria 14^ tappa del Tour de France, con lo sloveno che sul Joux Plane stacca la maglia gialla, capace poi di rientrare e togliere al rivale gli abbuoni al GPM, dove però... Lo spagnolo approfitta dello studio tra i due fenomeni (che chiudono 2° e 3°, ora sono divisi da 10" nella generale), va a prendersi la frazione e riapre tutto in chiave podio recuperando quasi 2 minuti a Hindley; Ciccone, l'obiettivo maglia a pois ora diventa fattibile.

Uno spettacolo grandioso, solo in parte rovinato da un episodio, legato alla gestione delle moto in corsa, che ha tarpato le ali a Tadej Pogacar nel momento del secondo attacco alla maglia gialla.

Finisce con un altro, sostanziale pareggio, il colossale duello per la vittoria di questo Tour de France tra il due volte vincitore della Grande Boucle e il danese campione in carica e ancora leader, ora con 10” di margine sul grande rivale sloveno dopo avergliene strappato uno al termine del tappone alpino da Annemasse a Morzine.

La cosa incredibile, e in parte c'entra anche quanto successo con le moto a 500 mt dalla vetta del Col de Joux Plane, è che a vincere una delle frazioni regine di questo Tour 110 non è uno dei due giganti, ma il terzo incomodo Carlos Rodriguez, che a 22 anni si regala, dopo il campionato spagnolo su strada del 2022, la vittoria più bella e un gran bis per la Ineos Grenadiers nel giro di 24 ore dopo il colpo di Kwiatkowski sul Grand Colombier.

Andiamo con ordine, perchè sin dai primissimi km è successo di tutto. A 145 km dalla conclusione, poco dopo il via e a causa dell'asfalto bagnato da un breve acquazzone, capita infatti che mezzo gruppo finisca a terra, con la direzione del Tour che neutralizza la corsa per quasi mezz'ora, visto che le ambulanze erano dovute intervenire su vari corridori, non potendo garantire l'assistenza. Hanno dovuto lasciare in 5, tra i quali Chaves e Meintjes, ma sono finiti a terra anche Hindley e Pidcock tra i big della generale, e poco dopo una bruttissima caduta in discesa ha costretto Romain Bardet ad abbandonare il Tour, così come James Shaw.

Dopo la ripartenza, ecco sulle prime salite l'azione di giornata che, in realtà, non guadagnerà mai più di un minuto sul gruppo maglia gialla con la Jumbo-Visma a tirare a tutta per provare a mettere in croce Pogacar e la UAE Emirates, che risponderanno alla grande.

Nel frattempo, Giulio Ciccone si prende due GPM di 1^ categoria e 20 pt pesanti per rientrare in piena corsa pensando all'obiettivo maglia a pois, che poi finirà sulle spalle di Vingegaard ma con l'abruzzese a sole 12 lunghezze (davanti a lui anche Powless e Pogacar). Lo scalatore della Lidl-Trek è stato l'ultimo degli attaccanti a mollare, a 58 km dalla conclusione quasi a metà del Col de la Ramaz, dove la Jumbo ha ridotto ad una ventina di unità il gruppo principale, facendo saltare Pidcock (e in parte Simon Yates).

Lo scontro è diventato leggendario sul Col de Joux Plane, la salita più attesa con le pendenze costantemente vicine al 9% per oltre 10 km: Van Aert ha fatto un lavoro enorme per la maglia gialla, Majka e Adam Yates hanno risposto a Kuss, con il britannico compagno di Pogacar che poi ha lanciato l'attacco della maglia bianca a poco meno di 4 km dalla vetta. L'asso sloveno è riuscito ancora una volta a staccare Vingegaard, ma questa volta solo di quei 4-5 secondi che il danese ha chiuso a 1800 mt dalla cima.

A quel punto, “Pogi” si è messo a ruota del leader del Tour preparando il suo solito micidiale scatto nei 500 mt conclusivi: puntuale, quella sparata è arrivata ma ci hanno pensato le moto regolatrici a rovinare lo show, stoppando di fatto l'attacco di Tadej, poi beffato allo sprint per i secondi di abbuono in cima (8 al primo, 5 al secondo) da Jonas, più scaltro a partire nel momento giusto. Nel frattempo, dopo essersi studiati rallentando moltissimo negli ultimi 1500 mt di salita, ecco che da dietro rimontavano Carlos Rodriguez e Adam Yates, che a 2 km dalla vetta del Joux Plane pagavano oltre un minuto ai due fenomeni.

E così, a poco più di 9 km dall'arrivo quando comincia la picchiata verso Morzine, si forma un quartetto ed è lestissimo il giovane iberico della Ineos Grenadiers a partire in discesa, guadagnando quella settantina di metri su Pogacar, marcatissimo dalla maglia gialla, che il 24enne di Komenda non riuscirà a chiudere, seppur aiutato all'interno dell'ultimo km da Yates. Rodriguez arriva così a trionfare con 5” di margine su Pogacar e Vingegaard, 2° e 3° sulla linea d'arrivo con lo sloveno che recupera un paio di secondi di abbuono e si riporta a 10 dal danese nella generale, quando all'orizzonte abbiamo ancora l'arrivo in salita più duro, quello di domenica a Saint Gervais Mont Blanc, la cronometro di martedì prossimo e il tappone di Courchevel il giorno successivo (e ci sarebbe pure la tappa tutt'altro che banale sui Vosgi il sabato prima di Parigi...).

Adam Yates è 4° di tappa, Sepp Kuss quinto, mentre uno degli sconfitti di tappa è Jai Hindley, che chiude a 1'46” (assieme all'austriaco Gall, sempre più in crescita) e cede l'attuale podio nella generale, a 4'44” da Vingegaard, per un solo secondo a favore di Rodriguez. Bilbao e Simon Yates arrivano assieme a 3'20”, i distacchi (e sarebbero stati ancora più ampi se Pogacar e Vingegaard non si fossero... fermati) sono spaventosi con i francesi Martin e Gaudu a 6 minuti, mentre Pidcock ne paga quasi 9 e rotola fuori dalla top ten della generale.

Dietro a Vingegaard, Pogacar e gli altri duellanti Rodriguez e Hindley per il 3° posto, c'è quindi Adam Yates tutt'altro che lontano dal podio (appena 37”), poi Kuss 6° oltre gli 8 minuti a precedere Simon Yates e Pello Bilbao, con Gall 9° e Gaudu 10°.

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