Elisa Longo Borghini regala un'altra medaglia olimpica al ciclismo azzurro nel giorno della sorpresona Kiesenhofer

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Elisa Longo Borghini regala un'altra medaglia olimpica al ciclismo azzurro nel giorno della sorpresona Kiesenhofer

Corsa su strada femminile semplicemente folle a Tokyo: l'austriaca parte al km 0 e trionfa davanti a Van Vleuten e alla verbanese, terza come a Rio 2016.

Una corsa folle, come si poteva pensare considerate le sole 67 atlete al via, ma totalmente inaspettata per la vittoria più incredibile nella storia del ciclismo femminile.

La prova olimpica su strada regala la sorpresona, con l'austriaca Anna Kiesenhofer che conquista la medaglia d'oro coronando una fuga partita letteralmente dal km 0, assieme alla polacca Anna Plichta e l'israeliana Omer Shapira, riprese solo nel finale dal gruppo delle big che ha dormito per oltre 120 dei 137 km in programma, un vero e proprio suicidio sportivo che ha visto la nazionale strafavorita per il titolo a cinque cerchi, il quartetto orange con Van der Breggen, Van Vleuten, Vollering e Vos, uscire sconfitta in maniera clamorosa.

Certo, Annemiek Van Vleuten alla fine porterà a casa l'argento (lei che perse l'oro in maniera clamorosa e drammatica 5 anni fa), a 1'15” da Kiesenhofer, staccando le altre rivali sugli strappi finali all'interno dell'autodromo del Fuji, ma per i Paesi Bassi è un ko dolorosissimo, dovuto ad una tattica (in generale di tutte le squadre di riferimento, Italia compresa) a dir poco rischiosa, con quasi 11 minuti di margine concessi alle tre fuggitive, prima che la stessa vincitrice dei Giri 2018 e 2019 si muovesse ai -55 km, ma senza alcuna logica in solitaria per poi organizzarsi con le compagne solo negli ultimi 15 km.

Per le azzurre di Dino Salvoldi una corsa praticamente a ruota sino ai 5 km conclusivi, quando Elisa Longo Borghini ha acceso il turbo, attaccato a più riprese e di forza si è presa una medaglia di bronzo come a Rio 2016, quando salì sul terzo gradino del podio anche nella cronometro (che andrà in scena mercoledì), mentre Marta Cavalli, l'unica altra italiana rimasta nel gruppo di testa dopo che Bastianelli e Paladin avevano ceduto ben presto, si è piazzata ottava, preceduta dalla belga Lotte Kopecky (quarta in solitaria), da Marianne Vos, Lisa Brennauer e Coryn Rivera.

Davvero pazzesco il successo di Anna Kiesenhofer, che a 30 anni scrive una pagina storica del ciclismo austriaco (mai d'oro in questa disciplina ai Giochi Olimpici), lei che non gareggia a livello pro, di fatto senza squadra e specialista delle gran fondo, avendo sempre preferito proseguire nella carriera con gli studi di fisica e matematica, laureata a Cambridge e “maga” dei numeri. Oggi, la sua magia è valsa una medaglia d'oro pazzesca.

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