Pidcock nella storia: "Una gara perfetta". Il dramma di MVDP, la delusione degli azzurri

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Pidcock nella storia: "Una gara perfetta". Il dramma di MVDP, la delusione degli azzurri

Il britannico e il trionfo nella MTB olimpica, mentre Van der Poel cade e vede svanire un sogno. Kerschbaumer, 20esimo: "Non è stata la mia stagione".

Una prova olimpica di cross country per certi versi drammatica, in particolare se partiamo da quanto successo dopo neppure 10 minuti di gara, quando Mathieu Van der Poel ha visto spegnersi il suo sogno, rischiando pure un serio infortunio (attualmente si trova in ospedale per controllare l'anca in particolare) con un volo devastante.

La corsa a cinque cerchi di Tokyo è poi diventata la sinfonia di un meraviglioso Tom Pidcock, che si regala a 21 anni un trionfo pazzesco, neppure otto settimane dopo essersi fratturato una clavicola in allenamento, ma soprattutto dimostrando di poter battere tutti i migliori specialisti al mondo del panorama MTB con pochissima esperienza, lui che oggi ha portato in casa Ineos Grenadiers il secondo titolo olimpico nel giro di 48 ore, dopo quello di sabato scorso a firma Richard Carapaz nella prova su strada.

Eppure, questo fenomenale classe '99 al primo anno da pro e già capace di duellare con i migliori stradisti nelle classiche più importanti (e attenzione a Mondiale e Roubaix, tra fine settembre e inizio ottobre...), dopo aver già vinto tutto a livello giovanile sia in Mountain Bike che nel ciclocross, nel post gara giapponese sembrava il ragazzo più sereno del mondo. “E' un successo bellissimo, arrivato al termine di una gara praticamente perfetta – ha dichiarato Tom – Non mi sembra ancora vero, specialmente dopo l'infortunio alla clavicola. Le Olimpiadi sono al di sopra di tutto, riuscire a vincere è incredibile".

Tanta la delusione in casa Italia, con i tre azzurri protagonisti della prova olimpica intervistati dall'inviata di tuttobiciweb, Giulia De Maio. “Sono partito forte, ho lavorato davvero tanto per migliorare questo fondamentale ed ero davanti quando è caduto Van der Poel – l'analisi di Gerhard Kerschbaumer, il migliore della truppa di Celestino con la 20esima piazza ad oltre 4 minuti e mezzo da Pidcock – Io ho dato il massimo, ma non sono riuscito ad ottenere il risultato che volevo. Questo non è proprio il mio anno...”.

Luca Braidot, 25°, ha spiegato di essere riuscito “a restare attaccato al gruppo finchè ce l'ho fatta, poi sono saltato ed è innegabile che il risultato sia decisamente deludente”, mentre Nadir Colledani sognava un esordio alle Olimpiadi ben differente. “Ho avuto una giornata no, con brividi di freddo per tutta la gara nonostante il grande caldo. Non ho mai avuto la mia gamba migliore, ma ho cercato di dare il massimo”.

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