Diego Rosa e un ritorno da star in MTB: suo il tricolore Marathon, festa anche per Sandra Mairhofer

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Alice Russolo

MTB Racecampionati italiani 2023

Diego Rosa e un ritorno da star in MTB: suo il tricolore Marathon, festa anche per Sandra Mairhofer

Valsugana Wild Ride, il piemontese piega Rabensteiner e Porro in un campionato italiano che lancia verso i Mondiali di Glasgow. Che assolo dell'altoatesina tra le donne.

Per vincere nella Mountain Bike Marathon servono la tecnica, il fondo, la tattica, ma in una gara come Valsugana Wild Ride, la cui seconda edizione ha assegnato i tricolori di specialità per le categorie Elite e Master, c'è una cosa che conta più di ogni altra: saper guardare negli occhi la fatica, sfidarla, affrontarla.

Lo hanno confermato i nuovi re e regina del Marathon nazionale, Diego Rosa e Sandra Mairhofer. Lui, 34 anni, ha ritrovato la voglia di fare fatica, di spingere a fondo, tornando al suo primo amore a pedali, quella MTB che lo aveva avvicinato giovanissimo al ciclismo di vertice, dove poi si è affermato su strada con le maglie, fra le altre, del Team Sky e della Astana, sfiorando il trionfo in una monumento come il Lombardia 2016. Quindici giorni fa, a Telve, Rosa tornava a far parte della nazionale azzurra a pochi chilometri da dove, l'anno scorso, prendeva il via fra i ranghi del Giro d'Italia: ora prepara i bagagli per i Mondiali di Glasgow della prossima settimana con una maglia tricolore in più in valigia.

Per Mairhofer parla il suo curriculum, che la vede campionessa mondiale in carica di Cross Triathlon e Winter Triathlon: 31 anni, l'altoatesina emerge quando l'acido lattico inizia a farsi sentire. I 70,3 km con quasi 3.400 metri di dislivello della Marathon Tricolore in Valsugana la chiamavano a gran voce fra le protagoniste annunciate, e lei non si è tirata indietro. Della fatica non ha paura nemmeno il GS Lagorai Bike del patron Enrico d'Aquilio, che questo Campionato Italiano Marathon l'ha voluto con forza per festeggiare i suoi primi 15 anni di attività, e a 11 anni di distanza dall'indimenticabile “Settimana Tricolore” su strada.

Il folle meteo delle ultime settimane ha messo il team organizzativo a durissima prova nell'obiettivo di garantire una gara di alto livello in condizioni tecnicamente impeccabili. Un impegno gravoso, ma ricompensato in ultimo dalla splendida giornata di sole e dai sorrisi dei quasi 700 protagonisti della seconda edizione di Valsugana Wild Ride, divisi fra le distanze Marathon e Classic (37,9 km), attraverso i comuni di Telve, Telve di Sopra, Carzano, Torcegno e Borgo Valsugana.

 

LA GARA MASCHILE

 

Chi lo aveva visto pedalare durante il recente ritiro della Nazionale Italiana a Telve lo aveva detto: attenzione a Diego Rosa, questo potrebbe essere il suo percorso. Il piemontese ha scelto la giornata più bella per trovare il suo primo successo dal suo ritorno nella Mountain Bike, suo primo amore, dopo 10 anni di professionismo su strada ai massimi livelli, guadagnandosi il privilegio di indossare il tricolore per i prossimi dodici mesi. Il portacolori del Taddei Factory Team non partiva con i favori del pronostico, che spettavano di diritto agli ultimi due titolari del tricolore, Fabian Rabensteiner (2021 e 2022) e Samuele Porro (2020), entrambi del Team Wilier-Pirelli.

Eppure, fin dalla prima scalata verso Musiera e Coston di Ciste, il forcing operato da Riccardo Chiarini, compagno di squadra di Rosa, ha fatto subito capire le serie intenzioni del piemontese. L'attacco di Chiarini costringeva Rabensteiner e Porro a rispondere, riducendo con il loro ritmo i numeri del gruppo all'inseguimento, che da 17 passava a 12 e poi a 10 unità: a farne le spese è stato, fra gli altri, Nicolas Samparisi (KTM-Alchemist), presto distanziato dalle posizioni da podio. La mossa decisiva è arrivata però sulla successiva ascesa verso Forcella Mendana, “Cima Coppi” con i suoi 2.059 metri del percorso da 70,3 km.

Sulle importanti pendenze all'ombra del Lagorai, Diego Rosa ha fatto valere tutto il suo motore e le doti di fondo di una carriera nel ciclismo su strada, impartendo un ritmo insostenibile anche per gli avversari più accreditati. Alle sue spalle, Rabensteiner e Porro si scambiavano accelerazioni rischiando anche il fuorigiri, e con loro rimaneva solo Lorenzo Samparisi (KTM-Alchemist), con Juri Ragnoli (FM Factory) a breve distanza. Al GPM, Rosa transitava con oltre un minuto di vantaggio sui primi inseguitori, che in discesa venivano raggiunti e superati da Ragnoli nel tentativo di rilanciare l'azione. Mentre Rosa amministrava e estendeva ulteriormente il suo margine in testa, i portacolori della Wilier si alleavano per riprendere e distanziare nuovamente Ragnoli: il podio di Telve ha visto così Diego Rosa in trionfo in 3 ore, 25 minuti e 57 secondi (20,479 km/h di media), davanti a Rabensteiner e Porro nell'ordine (+2.51).

Quarta piazza per Ragnoli (+3.47), quinta per Lorenzo Samparisi (+4.22). Da segnalare anche il bell'ottavo posto nella gara di casa per il trentino Andrea Righettini (Olympia Factory Team, +11.27). “Era un percorso disegnato per me - ha ammesso il neo-tricolore Diego Rosa - con tanta salita e parecchia superficie asfaltata. Siamo partiti con una tattica chiara in mente, quella di imporre il ritmo e cercare di fare la differenza sulla salita più impegnativa per staccare Rabensteiner e Porro e poi gestire. Ci siamo riusciti alla perfezione, e oggi, a 34 anni e alla prima stagione di ritorno nel Marathon, vestire questo Tricolore è qualcosa di speciale”.

Per Rabensteiner e Porro è sfumato l'obiettivo tricolore, ma il mirino si sposta immediatamente a Glasgow e ai Mondiali Marathon della prossima settimana, “su un percorso che dovrebbe essere più adatto alle mie caratteristiche - spiega l’altoatesino - Tenere il ritmo di Diego su queste salite non era semplice, ma le sensazioni e la condizione sono buone. Domenica prossima correremo il Mondiale a Glasgow, e sarà anche il mio 33esimo compleanno. Quando ho saputo di questo calendario ho pensato che dovesse essere la mia giornata: partirò determinato per farmi il regalo più bello”.

“Per rispondere a Rosa, Fabian e io abbiano rischiato di farci fuori tra di noi - confessa Samuele Porro - su un percorso così impegnativo un fuorigiri poteva costarci anche il podio. Dispiace aver ceduto la maglia dopo averla avuta in squadra per tre anni, ma ha vinto il più forte. La prossima settimana a Glasgow troveremo un percorso diverso, con meno salite lunghe e più sezioni tecniche, e certamente un altro clima, più fresco: partiremo per la Scozia fiduciosi di poter fare risultato”.

 

LA GARA FEMMINILE

 

Alla partenza di Telve, Sandra Mairhofer (Granbike Velo Club Torino) sorrideva di gusto. L'atleta altoatesina aveva partecipato al ritiro a Telve con la Nazionale Italiana, e pertanto conosceva a menadito i 70,3 km che avrebbero assegnato il titolo tricolore. Lo stesso sorriso, più affaticato ma forse ancora più vivido, è sbucato sul traguardo quattro ore, 23 minuti e 10 secondi dopo, per celebrare il suo primo titolo italiano nella Mountain Bike Marathon. Mairhofer ha interpretato all'attacco la Valsugana Wild Ride fin dalle prime battute. Sono state lei e la campionessa italiana uscente Claudia Peretti (Olympia Factory Team) a mettersi in luce in salita, aumentando minuti fra sé e le prime inseguitrici, la trentina Debora Piana (Team Cingolani) e Chiara Burato (Mentecorpo Cicli Drigani Pro Team).

Il duello fra le due atlete di testa si è risolto in discesa dopo il GPM di Forcella Mendana: un errore è costato infatti a Peretti la rottura del cerchio, mandando a monte ogni ambizione di confermarsi in maglia tricolore, in una stagione per lei finora avara di soddisfazioni e ricca, viceversa, di inconvenienti. Da quel punto è stato un assolo per Mairhofer verso il traguardo di Telve, mentre alle sue spalle era l'ultima discesa a decretare il sorpasso di Debora Piana ai danni di Chiara Burato, con le due a completare nell'ordine il podio, rispettivamente a 9.14 e 10.01 dalla vincitrice. “Sono felicissima - ha esordito Mairhofer - Questo percorso mi piaceva tanto già sulla carta, con tutta questa salita, e lo abbiamo trovato in ottime condizioni.

Nella prima metà di gara è stato un bel duello con Claudia, mi è dispiaciuto vederla fuori gioco a causa di un problema meccanico. Sono contenta di arrivare con questa condizione alle porte dei Mondiali di Glasgow: mi sento motivata e pronta per la sfida”.

L'atleta di casa Debora Piana (vive a Pergine) ha commentato con soddisfazione il suo secondo posto: “Conoscevo molto bene il percorso, purtroppo sulla prima discesa ho avuto una scivolata, ma ho ritrovato il contatto con Chiara Burato e nel finale ho dato il massimo per strappare questo secondo posto che vale, con un livello tanto alto”. “Purtroppo, ho perso il secondo posto nel tratto che temevo di più, in discesa, dove so di avere ancora margine di miglioramento - ha spiegato Burato - ma oggi mi ero posta come obiettivo una top-5, quindi il terzo posto mi rende più che soddisfatta. Ci tengo a fare i complimenti all'organizzazione per il lavoro che hanno svolto sul percorso, che era in condizioni davvero ottimali a dispetto di tutto quanto è avvenuto in questi giorni a livello atmosferico”.

 

LE GARE MASTER

 

Il Campionato Italiano MTB in Valsugana assegnava le maglie tricolori anche per le categorie Master. I nuovi Campioni Italiani sono Peter Menghetti (Elite Sport), Marco Galeotti (M1), Efrem Bonelli (M2), Andrea Zamboni (M3), Mirco Balducci (M4), Fabrizio Pezzi (M5), Marzio Deho (M6), Leonardo Arici (M7), Agostino Oss (M8), Erika Pinna (Elite Women Sport), Greta Recchia (W1), Simona Ce' (W2) e Chiara Mandelli (W3).

Prima dell'arrivo dei nuovi Campioni Italiani Elite, Telve aveva salutato i vincitori di Valsugana Wild Ride sulla distanza Classic di 37,9 km. In campo maschile si è imposto Marco Pini (ASD Bike and Fun Team), capace di distanziare di oltre 4 minuti Giulio Peruzzo (Loris Bike) e di quasi 7'30” Daniele Rossi (Cicli Todesco). Dominio in campo femminile per Alessandra Sassano (Team Sella Bike) che ha impartito oltre 9 minuti a Orietta Tosadori (ASD Chero Group Team Sfrenati) e più di 22 a Luisa De Lorenzo Poz (Team EsteBike Zordan).

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