Regno danese tra Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza: Vingegaard che assolo, Skjelmose anticipa McNulty ora in giallo

Regno danese tra Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza: Vingegaard che assolo, Skjelmose anticipa McNulty ora in giallo
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Regno danese tra Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza: Vingegaard che assolo, Skjelmose anticipa McNulty ora in giallo

Il re degli ultimi due Tour stacca tutti verso Valle Castellana, ora ha quasi un minuto di vantaggio su Ayuso, poi c'è Hindley. Nella "corsa verso il sole", Evenepoel ha mille rimpianti e lo statunitense della UAE Emirates si prende il simbolo del primato, chiudendo 2° dietro al danese della Lidl-Trek.

Il regno di Danimarca sulla Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza, anche se tappa e maglia arrivano solo per uno straripante Jonas Vingegaard nella corsa dei due mari.

Ci si attendeva lo show nella tappa regina di sabato verso Monte Petrano, ha anticipato i tempi il fenomeno della Visma Lease a Bike, staccando tutti a quasi 30 km dalla conclusione della quinta frazione a Valle Castellana, ovvero neppure a metà salita verso San Giacomo (11 km al 6,5%) dove, seppur su un terreno certo non impossibile, il padrone dei Tour 2022 e 2023 ha rifilato distacchi abissali.

In cima aveva già quasi un minuto di margine, all'arrivo 1'12” nei confronti di Juan Ayuso (UAE Emirates) e Jai Hindley (Bora-Hansgrohe), che ora sono anche il secondo e il terzo nella generale, con l'iberico ex maglia azzurra a 54” e l'australiano ex vincitore del Giro a 1'20”, con 9” su Arensman, oggi buon 5° per la sua Ineos, e 12 rispetto a O'Connor, 4° di tappa nel gruppetto dei big dove erano presenti anche due giovani fenomeni come Cian Uijtdebroeks e Isaac Del Toro (che ha fatto un grande lavoro per Ayuso), che sono 7° e 6° pure in GC.

Il secondo gruppetto inseguitore, quello più corposo, è arrivato a 2'52” ed è stato regolato da Thomas Pidcock, con Lorenzo Fortunato (Astana) miglior italiano in undicesima piazza, anche se nella generale è Antonio Tiberi (Bahrain-Victorious), oggi forse un po' al di sotto delle attese come il compagno di team Damiano Caruso, il primo degli azzurri con la nona posizione. Domani, appunto, i 10 km all'8% verso Monte Petrano con Vingegaard padrone assoluto della situazione e la lotta aperta per il podio.

Anche alla Parigi-Nizza, nella sesta delle otto frazioni totali in programma, c'è stato il ribaltone visto che da Luke Plapp, la maglia gialla è passata a Brandon McNulty, già leader dopo la cronometro a squadre; forte e scaltro il passistone statunitense del Team UAE Emirates, a seguire l'attacco del connazionale Matteo Jorgenson (Visma Lease a Bike) e di Mattias Skjelmose Jensen nel falsopiano che, a 25 km dal termine, ha deciso la corsa dopo il duro strappo in seguito al primo passaggio sul traguardo di La Colle sur Loup.

Poco dopo c'è stato un momento cruciale, con la caduta di Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious), secondo nella generale e forse il più forte in assoluto in salita; il colombiano perderà quasi 3 minuti, finendo fuori dalla top ten della generale mentre Skjelmose Jensen regalava alla Lidl-Trek, battendo nettamente McNulty e Jorgenson nello sprint a tre in lieve salita, il primo successo qui dopo i secondi posti di Mads Pedersen.

Alle spalle del danese e dei due americani, ha pagato 52” Remco Evenepoel che ha battuto nettamente gli altri big nel gruppo principale, da Roglic a Bernal, Gall e lo stesso ex leader Plapp, ma può avere tanti rimpianti per lo sviluppo della corsa visto che ora il belga, principale favorito per il successo finale, si trova 5° a 1'03” da McNulty, che a sua volta in classifica ha messo da parte 23” su Jorgenson, 34 rispetto a Plapp e 54 su Skjelmose Jensen, con Bernal 6° a 1'14”.

Sabato, quella che sarebbe dovuta essere la tappa regina è stata ridotta ad appena 104 km, visto il pericolo neve sulle cime di La Colmiane e Auron (oltre quota 1500 mt), con un arrivo decisamente più morbido del previsto sull'erta di Madone d'Utelle, con gli ultimi 15 km al 5,7% di pendenza media.

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