Un Vingegaard marziano distrugge Pogacar a crono: 1'38" guadagnati, il Tour sembra chiuso

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Stradatour de france 2023

Un Vingegaard marziano distrugge Pogacar a crono: 1'38" guadagnati, il Tour sembra chiuso

Nella prova contro il tempo di Combloux, il danese in maglia gialla firma una prestazione straordinaria: allo sloveno non basta battere nettamente tutti gli altri, a partire da Van Aert (3° a quasi 3 minuti!). Adam Yates sul podio virtuale, Ciccone rafforza la maglia a pois e mercoledì c'è l'ultimo grande tappone.

E' sembrato di rivivere, a ruoli invertiti per quanto riguarda le squadre dominanti in questi anni, quanto visto nel 2020 sulla Planche des Belles Filles, quando Tadej Pogacar distrusse il sogno di Primoz Roglic.

Questa volta, è stato il campionissimo della UAE Emirates a subire una batosta del genere contro il tempo, con l'unica cronometro di questo Tour de France, 22,4 km tostissimi da Passy a Combloux, che incoronano un Jonas Vingegaard a dir poco clamoroso. Tom Dumoulin, uno che di crono se ne intende, l'ha definita in diretta sulla tv olandese “la più grande prestazione di sempre in una cronometro”, e possiamo dire che quella del danese in forza alla Jumbo-Visma, è stata una delle più grandi dimostrazioni di superiorità nel 2023 sportivo a tutto tondo.

Si è capito dalla prima curva che Vingegaard, oggi, aveva anche una fame differente: aggiungiamoci che probabilmente il team olandese ha indovinato tutte le scelte tecniche, senza cambiare la bici da cronometro all'inizio dei durissimi 2,5 km (vicini al 10% di media) della Cote de Domancy, a differenza di quanto fatto da Pogacar.

Eppure, è proprio in salita che la maglia gialla ha fatto ancor più la differenza sullo sloveno, passando dai 30” di margine accumulati dopo i primi 16 km tra strappo iniziale, discesa e pianura, sino al clamoroso 1'38” che sembra una serissima ipoteca sul bis al Tour.

Per Vingegaard e la Jumbo-Visma, primo hurrà di tappa in questa edizione e ora un vantaggio di 1'48” sul grande rivale prima del tappone nel quale il vincitore di Fiandre, Amstel e Freccia dovrà provare a ribaltare tutto (ma contro la corazzata olandese e questo Jonas servirà un'impresa colossale), con la lunghissima ascesa di 28 km verso i 2300 mt del Col de la Loze nel gran finale della frazione di mercoledì che terminerà a Courchevel.

Pazzesca la differenza che Vingegaard (ma in parte anche Pogacar!) ha fatto su tutti gli altri, se pensiamo che un grande specialista come Wout Van Aert ha chiuso terzo, rinviando per l'ennesima volta l'appuntamento con il primo colpo di giornata in questa Grande Boucle, con 2'51” di ritardo dal compagno di squadra. Il belga si è messo alle spalle di appena 4” un gran Pello Bilbao (Bahrain-Victorious), ora sempre più vicino al 6° posto nella generale e che di tappa ha preceduto di pochi secondi un diretto rivale come Simon Yates, ottimo 5°, un Remi Cavagna che regala un piazzamento almeno buono alla Soudal-Quick Step, e soprattutto Adam Yates che chiude 7° ma toglie il podio provvisorio a Carlos Rodriguez, guadagnando 24” all'iberico e precedendolo ora di 5”.

Ed è da stropicciarsi gli occhi anche il distacco del 3° e del 4° della classifica, appunto Yates (secondo corridore UAE Emirates sul podio virtuale) e Rodriguez, a quasi 9 minuti da Vingegaard.

A 11'15” c'è il quinto, un sofferente Jai Hindley che oggi ha concluso ad oltre 4 minuti e mezzo dal vincitore, poi Sepp Kuss, che si è difeso bene in una specialità non sua ed è ancora 6°, con soli 10” su Bilbao, 7° in GC a 13'06” davanti a S. Yates, Gaudu (rimasto 9° dopo una bella prova) e Gall, che ha tolto la provvisoria top ten a Guillaume Martin.

E nella lotta per la maglia a pois, può sorridere Giulio Ciccone: ha preparato questa prova solo con l'intento di fare il tempo sui 2400 mt della Cote de Domancy, GPM di 2^ categoria che regalava 5 punti a colui che avrebbe firmato il miglior crono e l'abruzzese della Lidl-Trek, che ha cambiato bici prima della salita ed è andato “a spasso” prima e dopo quel tratto, ce l'ha fatta superando Vingegaard per un soffio.

Alla vigilia di un tappone probabilmente decisivo per provare a riportare in Italia la classifica di re della montagna, Ciccone si trova a quota 63 pt, 5 in più rispetto a Powless (che non è un fattore, vista la scarsa condizione dello statunitense dell'EF-EasyPost) e appena 6 su Vingegaard, il vero pericolo nel caso domani non dovesse andare via la classica fuga di giornata sulle prime salite che già assegneranno un bottino importante.

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