Marco Villa, il maestro del quartetto salito sull'Olimpo: "Non ci credevo, ma questi ragazzi..."

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Marco Villa, il maestro del quartetto salito sull'Olimpo: "Non ci credevo, ma questi ragazzi..."

Parola al ct che ha messo in piedi una squadra formidabile, capace di conquistare la medaglia d'oro dell'Inseguimento a squadre. Il presidente Dagnoni: "Ognuno di loro ha messo a disposizione caratteristiche uniche".

E' certamente uno dei giorni più belli nella storia del ciclismo azzurro, non solo quello su pista.

Il quartetto maschile dell'Inseguimento a squadre, capace di riportare in Italia un titolo olimpico che mancava in questa disciplina da 61 anni, ha emozionato tutti quanti, con in prima fila ovviamente il ct Marco Villa, il presidente federale Cordiano Dagnoni e lo stesso numero 1 del CONI, Giovanni Malagò, presente in tribuna all'Izu Velodrome per assistere all'indimenticabile finale contro la Danimarca.

Filippo Ganna trascinatore in un finale da “kolossal”, ma anche il lancio e la capacità di integrarsi alla perfezione nella squadra da parte di Francesco Lamon, l'unico pistard puro del gruppo, la qualità e completezza di Simone Consonni, da anni un faro del movimento azzurro, e la freschezza e potenza di Jonathan Milan, il 20enne friulano (già in luce su strada nel suo primo anno da pro con la Bahrain-Victorious) che molti già indicano come l'erede di “Top Ganna”, che a sua volta di anni ne ha appena compiuti soli 25, per dire quanto si possa di nuovo sognare in ottica Parigi 2024.

Un gruppo fantastico, non ho potuto trattenere le lacrime questa volta – ha confessato a “tuttobiciweb” il ct e vero maestro della pista italiana per il settore maschile, Marco Villa – Il primo messaggio l'ho mandato a Michele Scartezzini (l'ultimo degli esclusi dalla spedizione in Giappone, ndr), l'abbraccio più lungo con Elia Viviani e Liam Bertazzo, perchè è davvero la vittoria di tutti”.

Nel corso degli anni, infatti, si sono alternati più vagoni sul treno di un quartetto arrivato a crono incredibili, l'ultimo il nuovo record mondiale di quest'oggi (3'42”302). “La medaglia d'oro era un sogno, non pensavo si avverasse anche se mi sono mostrato fiducioso con i ragazzi per caricarli. Sinceramente, credevo che la Danimarca qui fosse ancora imbattibile – ha aggiunto Villa – Ieri, prima della loro caduta, erano in vantaggio di quasi un secondo e mezzo rispetto al nostro tempo, ma analizzando la prestazione forse erano riusciti ad accelerare grazie alla scia dei britannici che ormai non erano lontani.

Il nostro obiettivo oggi era quindi di tenerli dall'altra parte della pista e affrontarli in un testa a testa. Pensavo che nella prima parte scappassero di più, invece siamo rimasti lì e abbiamo perso pochissimo nel terzo chilometro. Quando è arrivato Ganna in testa a tre giri dalla fine, con 6 decimi da recuperare, ho cominciato a crederci...”.

Con un legame fortissimo proprio con la pista, visto che già il padre Mario è stato un grande stayer, il neo presidente federale Cordiano Dagnoni ha vissuto un'emozione fortissima, per il suo primo titolo da numero 1 della FCI. “Non pensavo alla medaglia d'oro, più che altro per scaramanzia, e mi sono goduto ogni attimo della finale – le sue parole a Giulia De Maio nel post gara - Era dal 1960 che il quartetto non vinceva un titolo olimpico, è bellissimo averlo fatto contro i più grandi rivali, meglio averli battuti sul campo anziché vederli squalificati.

Anche quando eravamo in svantaggio ci credevo, soprattutto pensando a quello che aveva fatto Ganna ieri. Ma non solo lui, ognuno ha fatto la sua parte; Lamon con la sua partenza, il giovane Milan che ha un motore esagerato e Consonni che ci mette più cuore di tutti”. E ora proprio il bergamasco, assieme a Elia Viviani, se la giocherà di nuovo nella Madison del week-end, anche se prima toccherà al campione olimpico in carica dell'Omnium (domani, ndr): “L'appetito vien mangiando – conferma Dagnoni – e fatemi dire che sono orgoglioso di quanto fatto dalle ragazze, che sono andate fortissimo e avranno altre chances in queste Olimpiadi”.

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