Il "Rosso di Buja" e quel sogno rosa, dopo una vita di fatiche. "Un premio per tutti questi anni"

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Il "Rosso di Buja" e quel sogno rosa, dopo una vita di fatiche. "Un premio per tutti questi anni"

De Marchi e il primato al Giro dopo una tappa di battaglia pura a Sestola. Il friulano racconta la sua prima volta, arrivata a quasi 35 anni. "E' valsa la vecchia regola: non mollare mai".

Una vita da mediano”, cantava Luciano Ligabue per Gabriele Oriali.

Ebbene, la si può trasformare in “una vita da gregario”, quella di Alessandro De Marchi che di soddisfazioni in carriera ne aveva già ottenuta qualcuna di importante (tre tappe alla Vuelta e una al Delfinato, oltre al Giro dell'Emilia), ma certo ha sacrificato spessissimo il suo talento e la sua forza al servizio dei compagni di squadra.

A quasi 35 anni, il “Rosso di Buja” ha colto la gioia più bella per un corridore italiano: vestire la maglia rosa, al termine della tostissima tappa di Sestola, che avrebbe anche potuto vincere se fosse stato un po' meno generoso rispetto soprattutto a Joe Dombrowski, che ha sfruttato il grande lavoro del friulano e l'ha staccato negli ultimi 2 km dell'ascesa decisiva. Se non fosse così, però, De Marchi oggi non si sarebbe vestito del simbolo del primato. “Mi è spesso andata male, oggi credo sia un piccolo premio per ciò che ho sempre provato a fare in questi anni – ha raccontato a Rai Sport nel dopo tappa – Mi ronzava in testa per tutto il giorno questa maglia, ma in realtà già ci pensavo da qualche giorno essendo in classifica dopo la crono.

Ne sono successe di tutti i colori, pensavo di avere perso l'occasione giusta con l'attacco del terzetto di Taaramae, ma alla fine vale sempre la vecchia regola. Non mollare mai”.

La dedica è semplice: “A me stesso e a mia moglie Anna, ora a Buja sarà festa ma ne faremo una più grande quando tornerò dopo il Giro”.

Il vincitore di tappa, Joe Dombrowski, ha parlato del suo successo odierno, il primo in un grande giro e certamente il più importante della carriera. “Quando ho visto che abbiamo accumulato 7-8 minuto di margine, ho capito che sarebbe stato sufficiente e ho cercato di mettermi a ruota dei più forti, in particolare De Marchi – l'analisi dello statunitense in forza al Team UAE – Negli ultimi km di salita mi sono sentito davvero bene e ho semplicemente spinto a tutta”.

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