Van der Poel è leggendario, Ganna pure: che Sanremo, trionfa il Divino e Pippo è secondo su Van Aert e Pogacar

Van der Poel è leggendario, Ganna pure: che Sanremo, trionfa il Divino e Pippo è secondo su Van Aert e Pogacar
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Van der Poel è leggendario, Ganna pure: che Sanremo, trionfa il Divino e Pippo è secondo su Van Aert e Pogacar

Finale da sballo della Classicissima, con l'olandese che attacca negli ultimi metri del Poggio e guadagna quei secondi decisivi sugli altri tre fenomeni, con il verbanese che coglie una clamorosa e bellissima piazza d'onore.

Una stoccata da fuoriclasse, un colpo da fenomeno qual è Mathieu Van der Poel.

Dopo due Giri delle Fiandre, e a distanza di 62 anni dalla vittoria di nonno Raymond Poulidor, il campionissimo olandese conquista una Milano-Sanremo bellissima, capace di regalare 6 km finali da urlo, dall'attacco di Tadej Pogacar nel punto più duro del Poggio, sino a quando poco dopo, nel falsopiano che porta alla vetta, MVDP è partito in faccia all'asso sloveno guadagnando quei 30 mt che risulteranno poi decisivi.

Trenta metri che sono diventati 7-8 secondi sull'Aurelia, prima che il trio formato da Ganna, Van Aert e Pogacar lottasse solo per la piazza d'onore, andata ad uno straordinario “Top Ganna”. Il verbanese è stato sontuoso sul Poggio, dopo una corsa come da tradizione “addormentata” sino alla Cipressa, con la fuga dei 9 coraggiosi di giornata rintuzzata proprio all'attacco della penultima ascesa.

A quel punto la UAE Emirates del favorito numero 1 ha preso in mano le redini, ma una settantina hanno scollinato e si sono presentati ai piedi del Poggio, dove ci ha pensato Tim Wellens a lanciare un Pogacar che, nonostante il “buco” fatto dal compagno di squadra Matteo Trentin, non è riuscito a levare di ruota i tre rivali assieme ai quali ha regalato un finale da sogno.

La 114esima edizione è finita nel carniere di un altro campione enorme, che succede nell'albo d'oro a Matej Mohoric, comunque buon ottavo dietro a Van Aert, ancora sul podio sanremese, Pogacar appunto “solo” quarto, un Kragh Andersen che completa la festa Alpecin-Deceuninck con la quinta piazza, regolando il gruppetto del quale facevano parte anche Pedersen (6°), Powless (7°), appunto “Moho”, poi Turgis (9°, fu secondo lo scorso anno), Stuyven e a ridosso della top ten i due leader di una delusa Soudal-Quick Step, Alaphilippe e Ballerini, con il canturino che, in realtà, ha regolato un altro plotoncino a pochi secondi da quello chiuso dal due volte campione del mondo.

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