Arensman, grande impresa a chiudere il trittico pirenaico! Pogacar controlla Vingegaard e guadagna ancora

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Arensman, grande impresa a chiudere il trittico pirenaico! Pogacar controlla Vingegaard e guadagna ancora

Tour de France: a Superbagnères ecco l'olandese di casa Ineos, che resiste ai due uomini di riferimento, con lo sloveno che non esagera ma aumenta ancora sul danese, nel giorno del ritiro di Evenepoel dopo il crollo sul Tourmalet. Lipowitz "vede" il podio.

Il vero tappone pirenaico, quasi 5000 mt di dislivello lungo i 182 km (e una buona parte sotto la pioggia) da Pau a Superbagnères, tornata quale sede d’arrivo di una frazione del Tour, la 14esima in questo caso, dopo ben 38 anni.

Nella nebbia di quota 1800 metri, ecco spuntare un olandese classe 1999 che nei grandi giri aveva timbrato una volta, con una cavalcata simile, alla Vuelta Espana, pur sfiorando in un paio di occasioni la top five nella generale del Giro: Thymen Arensman regala alla Ineos Grenadiers, dopo aver già concluso 2° a Le Mont Dore, il primo hurrà in questa edizione (la prima in assoluto per il tulipano), con 35 km in solitaria attaccando sulle rampe del Peyresourde, penultima difficoltà di giornata.

In precedenza, si erano vissuti già episodi importanti con la caduta e conseguente ritiro di Skjelmose, il suo compagno Jonathan Milan che vince lo sprint intermedio (fondamentale per mantenere 28 pt di margine su Pogacar, l’unico che sembra davvero pericoloso per il friulano della Lidl-Trek), ma soprattutto il ritiro di Remco Evenepoel dopo essersi staccato dal gruppo sulle primissime rampe del totem Tourmalet. Una crisi di gambe, ma parsa anche di testa per la maglia bianca e 3° della generale (nonché sul podio finale della Grande Boucle 2024), già in difficoltà tra Hautacam e la cronoscalata di Peyragudes.

Sulla salita simbolo della terza e ultima frazione sui Pirenei, se ne va Lenny Martinez verso la maglia a pois (sarà poi sua, ma con appena 8 lunghezze nei confronti del solito Pogacar), guadagnando anche i 5 punti sul GPM di 2^ categoria dell’Aspin, prima di farsi raggiungere da Kuss e Valentin Paret-Peintre, ma con Arensman che staccherà tutti, appunto, nei 3 km conclusivi del Peyresourde per approcciare con poco più di 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla i 13 km finali all’insù.

Bravissimo l’olandese a reggere, mentre tra i big si muove solo Gall (con la UAE Emirates della maglia gialla che ha controllato senza esagerare) a poco più di 7 km dall’arrivo: l’austriaco della Decathlon verrà ripreso e staccato da Vingegaard e Pogacar a meno di 3 km dal gong, quando il danese attacca e viene seguito dal rivale sloveno, che prova solo in una occasione a contrattaccare, dando la sensazione quest’oggi di volersi gestire.

Tanto che nello sprint conclusivo per la piazza d’onore, a poco più di un minuto da Arensman, “Pogi” comunque staccherà di 4” secondi Vingegaard, mentre Gall terminerà ad una decina di secondi dal padrone del Tour, Lipowitz a 1’25” (17” da Pogacar) e con il tedesco che sale sul podio virtuale ed è il miglior giovane davanti a Oscar Onley, solidissimo 6° di giornata a 2’09”, abbondantemente davanti a Healy e un Roglic deludente dopo la gran crono, a 2’46” dal vincitore e con Tobias Halland Johannessen, in fuga dal Tourmalet in poi e comunque buon 9° a 3 minuti regolando di una quindicina di secondi Kevin Vauquelin.

Il transalpino dell’Arkéa, ad ogni modo, salva la quinta piazza in una classifica generale che dice Pogacar in giallo con 4’13” di margine su Vingegaard, con Lipowitz a 7’53”, Onley che paga 9’18” e appunto Vauquelin a 10’21”, con soli 13 secondi su Roglic che precede di un minuto e mezzo il rimontante Gall, mentre crolla ancora Matteo Jorgenson, ora addirittura 15°.

Domenica la chiusura della seconda settimana con una tappa aperta tra la possibilità di una volata, complicata, o una fuga di uomini di qualità e fuori classifica.

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