Svelati a Parigi (che torna ad ospitare l'arrivo della Grande Boucle) i tracciati delle prossime corse alla maglia gialla: la corsa femminile, giunta alla quarta edizione nel nuovo format, proporrà nove tappe e il gran finale tutto sulle Alpi, mentre il 112° Tour de France maschile vedrà tanta quota con arrivi in salita durissimi e 44 km a cronometro, con la scalata a Peyragudes che sarà contro il tempo.
Il Palais des Congrès il tradizionale teatro della presentazione ufficiale dei percorsi verso la nuova, duplice edizione del Tour de France.
Quello maschile ad aprire, seguito dalla corsa femminile per un mese pieno di grandissimo ciclismo nel prossimo luglio. Dal 5 al 27, la 112esima Grande Boucle si dipanerà totalmente su strade francesi, dopo la grande partenza italiana di quest'anno. I metri di dislivello saranno di nuovo quasi 55mila, per un tracciato davvero molto impegnativo che a Parigi è stato svelato senza i tre big del podio 2024 e grandi favoriti anche per la prossima edizione, ovvero Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel, presenti in platea (così come mancavano Demi Vollering e Kasia Niewiadoma, entrambe in vacanza, per il lancio del Tour Femmes).
Si comincerà, sabato 5 luglio 2025, con i 185 km attorno a Lille che, a parte il passaggio a Mont Cassel, ma lontano dal traguardo, sono ideali per le ruote veloci e magari un Jonathan Milan che, se dovesse debuttare al Tour come pare, avrebbe la grande occasione della prima maglia gialla.
Già al secondo giorno invece si salirà, perchè i 212 km (la frazione più lunga) con traguardo posto a Boulogne sur Mer, propongono gli ultimi 10 km davvero esplosivi, con un paio di muri da 900-1000 metri sul 10% e anche la conclusione in lieve ascesa. A Dunkerque, per la terza tappa, probabile soluzione allo sprint ma occhio al vento del nord prima della quarta giornata di corsa con lo strappo finale di Rouen che strizza l'occhio agli uomini da classiche.
Ecco la prima cronometro, l'unica pianeggiante e da specialisti, alla 5^ tappa con i 33 km sulle strade di Caen, poi ancora finale in ascesa a Vire, di nuovo con una frazione sopra i 200 km, e sarà ancora più impegnativo il Mur de Bretagne il giorno successivo, con un arrivo ormai tradizionale e da affrontare due volte, proprio come nel 2021 quando Mathieu Van der Poel si vestì di giallo con un capolavoro.
Giornata interlocutoria verso Laval, poi volatona a Chateauroux alla nona, ma la prima settimana non precederà il riposo, perchè il 14 luglio (festa nazionale in Francia) cade di lunedì e ci sarà quindi la decima tappa con il primo vero arrivo in salita: appuntamento sul Massiccio Centrale, con tante salite più o meno brevi e l'ultima di 3,3 km all'8% per giungere a Le Mont Dore.
Stop a Tolosa, poi la stessa città nel cuore della Francia vedrà partenza e arrivo dell'11esima tappa, insidiosa nel finale e con i velocisti che dovranno provare a reggere per giocarsi lo sprint. Poi i Pirenei per un trittico fondamentale: il traguardo classico di Hautacam alla 12esima, con i 13,6 km conclusivi al 7,8% saranno già tosti, poi la cronoscalata da Loudenvielle a Peyragudes, appena 11 km (i primi 4 in pianura) ma con pendenze sempre attorno all'8% e il muro finale terribile, 500 metri per superare il 20%.
Infine, il tappone con Tourmalet, Aspin, Peyresourde e il ritorno, 39 anni dopo la sfida Lemond-Hinault, a Superbagneres con l'ascesa terminale di 12,4 km al 7,5% di pendenza media. Si chiude la seconda settimana con la Muret-Carcassonne, probabile volata anche se i saliscendi nella prima parte aprono ad uno scenario da fuga di uomini fuori classifica.
Riposo a Montpellier e ripartenza verso una 16^ frazione imperdibile, piatta sino ai piedi del Mont Ventoux: il gigante della Provenza viene riproposto con l'arrivo in vetta come recentemente nel 2013 e poi nel 2016, quando però non si riuscì causa vento ad andare oltre Chalet-Reynard. Sono oltre 21 km vicini all'8% di media.
Ventiquattr'ore più tardi la penultima chance per gli sprinter verso Valence, infine le due tappe decisive sulle Alpi, senza respiro. La 18esima prevede nel menu, da Vif al Col de la Loze, Glandon e Madeleine prima della lunghissima ascesa che porta alla cima più alta di questo Tour, oltre i 2300 metri sopra Courchevel; si salirà però, rispetto al 2020 e al 2023, dal versante più “morbido” (sono comunque 26 km al 6,5%) passando appunto dalla nota località sciistica dove si arrivò, in discesa, nell'edizione bis di Vingegaard.
Ecco, lo scalatore danese della Visma può sorridere perchè un dato che emerge, al di là della durezza di tanti arrivi, è la quota che potrebbe dargli qualcosa in più nel confronto con Pogacar: così sarà pure nell'ultima giornata impegnativa, la 19esima con la Cormet de Roselend a precedere, anche se ci sarà pianura nel mezzo, i 19 km al 7,2% per La Plagne, ancora ai 2000 metri della cima sulla quale scopriremo chi avrà vinto il Tour de France, considerato che si arriverà poi a Pontarlier, per una ventesima tappa anomala essendo abbastanza semplice, e poi a Parigi con il ritorno sugli Champs-Elysees, nel cinquantenario dalla prima volta, dopo la novità di Nizza del 2024.
La quarta volta del Tour Femmes nella sua nuova versione targata ASO, è prevista sull'arco di nove tappe, da sabato 26 luglio a domenica 3 agosto, senza riposi e senza prove contro il tempo. Sono 1165 i km totali, partendo dalla Bretagna con due traguardi posti su strappi come quello di Plumelec, dopo soli 79 km con lo start da Vannes, e al termine della Brest-Quimper; 162 km con qualche insidia per la tappa di Angers, poi volata attesa alla quarta direzione Poitiers, prima dei 166 km (giornata più lunga) con arrivo a Gueret, frazione mossa come quella successiva di Ambert.
Dopo l'Alpe d'Huez con il clamoroso duello a distanza tra Vollering e Niewiadoma, saranno ancora le Alpi a decidere tutto: il trittico finale comincerà con l'arrivo di Chambery dopo aver scalato il Col du Granier, ma la tappa regina è l'ottava, con i 2000 mt di quota dell'arrivo in vetta al Col de la Madeleine, oltre 19 km all'8,1% di media. Ancora salite all'ultima, con il durissimo Joux Plane nella prima metà di tappa, poi un percorso comunque vallonato verso Chatel.
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