Pauline, regina di Francia: il Tour è di Ferrand-Prevot, che trionfa in giallo pure nel gran finale di Chatel

Pauline, regina di Francia: il Tour è di Ferrand-Prevot, che trionfa in giallo pure nel gran finale di Chatel
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Spazio Ciclismo

Stradatour de france femmes 2025

Pauline, regina di Francia: il Tour è di Ferrand-Prevot, che trionfa in giallo pure nel gran finale di Chatel

Il secondo tappone alpino, con la transalpina già in pieno controllo della generale considerando pure il crollo di Sarah Gigante, è di nuovo della campionissima che riporta la maglia gialla a casa dopo 35 anni. Sul podio finale salgono Demi Vollering e Kasia Niewiadoma, 2^ e 3^ pure di giornata. Per l'Italia si conclude una corsa davvero avara di soddisfazioni, con la sola Malcotti a salvare un buon piazzamento.

Un anno dopo quel trionfo di Parigi 2024 che chiudeva un cerchio con la sua amata mountain bike, il titolo olimpico che era l’unico all’oro mancante.

Ora, però, è altrettanto e forse ancora più grande quanto fatto da Pauline Ferrand-Prevot in questo 2025, a 33 anni nella stagione del ritorno su strada: dopo la Roubaix, la campionissima francese riporta il Tour a casa facendo impazzire un intero paese, che in ambito maschile non esulta dal 1985 e, tra le donne, da fine anni ’80 quando al tris della leggendaria Jeannie Longo (dall’87 all’89) si aggiunse Catherine Marsal nel ’90.

Ora è un’altra era e la quarta edizione del rinnovato, e trionfale anche a livello di risposta di pubblico (semplicemente pazzesco quest’anno), Tour de France Femmes avec Zwift, è stato davvero dominato dalla transalpina in forza alla Visma Lease a Bike che, dopo il capolavoro di ieri sul Col de la Madeleine, oggi ha firmato il bis prendendosi in solitaria anche Chatel.

La giornata finale non era cominciata benissimo per “PFP”, che sulla prima discesa di giornata aveva perso una trentina di secondi dal gruppo big, mentre SD Worx e FDJ-Suez si scatenavano davanti: rientrata (grande lavoro delle Visma in quel frangente, quando mancavano poco meno di 100 km all’arrivo sui 123 totali) con Sarah Gigante, la 2^ della generale seppur distante oltre 2 minuti e mezzo da lei, la maglia gialla poi controllerà da padrona assoluta sull’ascesa più dura di questa nona e ultima tappa, il Col de Joux Plane.

Nel frattempo, davanti c’è Anna Van der Breggen che si fa oltre 60 km in solitaria con gran coraggio, e ai piedi del colle reso mitico dalla vittoria di Pantani nel 1997, cade Cedrine Kerbaol (anche Niewiadoma, che rientra però subito) che dice addio a top five e sogni di podio, non lontanissimo per la bretone dell’EF-EasyPost.

In discesa, dai -58 ai -45 km dal traguardo, ecco che Gigante perde quasi un minuto, come purtroppo da previsioni viste le enormi difficoltà di guida della scalatrice dell’AG Insurance, e per l’australiana sarà crollo inevitabile in termini di distacco dalle altre donne in lotta per il podio, con Vollering e Niewiadoma che non perdonano e guadagnano presto oltre 2’.

Sul Col du Corbier, ultimo GPM di questo Tour, Van der Breggen viene raggiunta e staccata dal plotoncino delle big, dove Juliette Labous fa un lavoro enorme in favore di capitan Vollering, che sull’ultima scalata a Chatel ci prova, quando mancano 7 km: Niewiadoma, Fisher-Black e Ferrand-Prevot rispondono e, praticamente in contropiede, la francese parte ai -6,5 km facendo la differenza per andare a piazzare la doppietta, volendo trionfare in maglia gialla come aveva spiegato nelle scorse ore.

Per “Deminator” (vincitrice del Tour 2023 e seconda nelle altre tre edizioni) è 2° posto amaro di tappa, a 20” da Ferrand-Prevot, e decisamente con meno rimpianti per la generale vista la superiorità dell’olimpionica di MTB, che anticipa l’olandese della FDJ-Suez di 3’42” nella classifica finale, dove Kasia Niewiadoma, 3^ di giornata e quindi ancora sul podio in GC (pure per la polacca della Canyon-SRAM 4 podi in altrettante edizioni), paga 4’09”.

Niamh Fisher-Black (Lidl-Trek) è solida quarta di questa frazione sulla polacca Wlodarczyk, la rivelazione in senso assoluto per la tenuta in ottica classifica, con Labous 6^ e Gigante che chiude 7^ ma a quasi 4 minuti, mentre Kerbaol è ottava addirittura oltre i 9’.

Ecco che ai piedi del podio nella generale c’è proprio Dominika Wlodarczyk, a coronare lo splendido Tour Femmes della UAE ADQ (con due tappe vinte da Maeva Squiban), davanti a Fisher-Black e una Gigante che crolla sino al 6° posto, anticipando la seconda e terza francese in classifica, Labous e Kerbaol, con la FDJ-Suez che ne piazza tre in top ten con Muzic 10° alle spalle di Rooijakkers (9^ per la Fenix-Deceuninck di una delusissima Puck Pieterse, mai davvero in gara).

E l’Italia? Otteniamo poco o nulla da questa edizione, ricordandoci anche degli amarissimi ritiri di Longo Borghini e Balsamo, le vere punte del movimento, con un 7° posto di tappa in volata per Rachele Barbieri e la miglior piazzata in GC che è una solida Barbara Malcotti (Human Powered Health), 13esima ad oltre 25 minuti da Ferrand-Prevot, la vecchia e nuova regina di Francia.

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