Asgreen beffa i velocisti, ma a Nova Gorica è caos: Del Toro guadagna ancora, abisso per Tiberi e Ciccone

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Asgreen beffa i velocisti, ma a Nova Gorica è caos: Del Toro guadagna ancora, abisso per Tiberi e Ciccone

Giro d'Italia, 14^ tappa: il danese, in fuga dal mattino con Maestri e Marcellusi, se ne va negli ultimi 6 km e anticipa lo sprint di Groves e Kooij. La maglia rosa si salva in una maxi caduta ai -20 km che stravolge la corsa, ora Simon Yates è secondo in classifica a 1'20" dal messicano.

Doveva essere una tappa di trasferimento o quasi, anche se il circuito finale attorno a Gorizia/Nova Gorica presentava uno strappo e tante curve, ma la pioggia ha cambiato le carte in tavola e, oltre a favorire i fuggitivi all’attacco e permettere, ma che gran numero ha fatto per andarsene nel finale, a Kasper Asgreen (EF-EasyPost) di conquistare il suo primo successo sulle strade del Giro dopo quello al Tour, potrebbe aver deciso la corsa rosa di parecchi protagonisti.

La fuga di quattro elementi (c’era anche Meintjes, presto rialzatosi) con Asgreen, Marcellusi, Maestri e Davy, è stata controllata per quasi 140 km da Alpecin e Visma senza patemi, ma verso la prima delle due ascese a Saver, quando mancavano circa 23 km alla conclusione, ecco l’episodio chiave.

In un passaggio cittadino su strada stretta e in lastricato, finisce a terra Mads Pedersen assieme a Pello Bilbao e, col terreno viscido e una sorta di imbuto dove è impossibile passare, il 90% del gruppo viene tagliato fuori mentre le due squadre di Groves e Kooij erano già davanti a fare il forcing. Chi paga i maggiori danni è la Lidl-Trek e Giulio Ciccone, che rimane fermo vari minuti per un colpo al quadricipite e concluderà a quasi 16 minuti dal vincitore, dicendo per l’ennesima volta addio ai sogni di classifica al Giro.

Per l’Italia è una Caporetto visto che l’altra grande speranza di podio nella generale, Antonio Tiberi, finisce giù e, seppur aiutato (fermando tutti i compagni disponibili a parte Caruso), perderà 1’44” dal gruppo maglia rosa. Isaac Del Toro, che pure rimane “incastrato” in quella maxi-caduta, riesce ad uscirne subito rientrando al volo sul plotoncino ormai di una ventina di unità che terminerà, pur continuando a tutta con lo stesso Van Aert a sacrificarsi per Kooij, a 16 secondi da Asgreen che a 6 km dall’arrivo stacca Maestri e Marcellusi per involarsi verso il trionfo in solitaria.

Groves regola l’olandese della Visma per la piazza d’onore, poi il 4° posto del solito Aular davanti ai primi due italiani, Stefano Oldani e un generosissimo Mirco Maestri, con il reggiano 6° anticipando Gee, Pidcock e Carapaz che, assieme a Del Toro e Simon Yates, guadagna su tutti i rivali.

A 1’04”, quindi a 48 secondi dal gruppo maglia rosa, concludono infatti Roglic, Ayuso e Bernal, per una classifica che ora dice Del Toro sempre più solido in rosa, con 1’20” di vantaggio su Simon Yates, 1’26” sul capitano della UAE Emirates che, a questo punto, rischia di diventare solo il co-leader al fianco del messicano, a 2’07” c’è Carapaz che balza al 4° posto e Roglic deve recuperare la bellezza di 2’23”, con Gee 6° appena davanti al duo Bahrain.

Caruso è 7° a 2’55”, Tiberi 8° a 3’02”

Domenica si torna a salire, anche se il Monte Grappa si affronterà ad un centinaio di km dalla conclusione fissata sull’Altopiano di Asiago, dopo aver scalato anche l’erta di Dori, tutt’altro che impossibile.

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