La rinascita di Van Aert, la rosa storica di Del Toro e le dinamiche UAE, la sofferenza di Roglic: il Giro riposa

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Stradagiro d'italia 2025

La rinascita di Van Aert, la rosa storica di Del Toro e le dinamiche UAE, la sofferenza di Roglic: il Giro riposa

Dopo la battaglia sulle strade bianche, è ora di pensare alla cronometro cruciale di martedì da Lucca a Pisa (con maltempo in vista...) e ad una seconda settimana del Giro d'Italia che può rimescolare ancora le carte. Il messicano è la scheggia impazzita, l'Italia è in quota con Tiberi e Ciccone.

Sette tappe con emozioni relative, anche se i vincitori sono stati di primissimo livello, la bella frazione di Castelraimondo aperta alla fuga da lontano e, soprattutto, la sfida colossale di ieri sulle strade bianche verso Siena.

Il Giro d’Italia chiude la prima settimana lunga, affrontando il secondo giorno di riposo nel cuore della Toscana, con la sensazione che ora potrà accadere davvero di tutto vista la situazione creatasi nella classifica generale, a partire dalla sofferenza di Primoz Roglic arrivando al ribaltone interno alla UAE Emirates, con il capitano designato Juan Ayuso che si ritrova il compagno Isaac Del Toro davanti di oltre un minuto.

E’ maglia rosa storica quella del classe 2003 messicano, che nell’immediato post tappa domenicale ha provato a spegnere l’incendio di una potenziale grande rivalità interna (molti la stanno richiamando sulla stregua di quanto accaduto nel 2004 in casa Saeco tra Cunego e Simoni), parlando di “un’opportunità che si è creata per me e la squadra, siamo primo e secondo in classifica ma vedremo cosa accadrà”.

Del Toro è un ragazzo davvero unico, un talento formidabile che, dopo essersi fratturato il femore nel 2022 quando stava già per esplodere, nel 2023 ha dominato il Tour de l’Avenir battendo Pellizzari e Piganzoli, poi da pro ha subito timbrato ad inizio 2024 al Tour Down Under e affronta il suo secondo GT, dopo la Vuelta 2024 sfortunata causa Covid.

Il primo messicano di sempre a vestirsi di rosa (nel nuovo millennio ci sono state le vittorie di tappa per uno scalatore puro come Julio Alberto Perez Cuapio, mai però in lotta per la classifica di altissimo livello) ora si ritrova con 1’13” di vantaggio su Ayuso, 1’30” su un solidissimo Tiberi e 1’40” su Carapaz, Ciccone e Simon Yates, mentre Primoz Roglic è stato anche decisamente sfortunato, tra caduta e foratura, ma si è trovato pure scoperto da una squadra, la sua Red Bull-Bora Hansgrohe, che a parte l’ottimo Pellizzari (che il Giro manco avrebbe dovuto correrlo, proprio lo sloveno ha convinto i tecnici a portarlo), è davvero sotto standard e ha vissuto pure il ritiro di Hindley.

Ieri gli sterrati dove trionfò nel 2020, sempre in Piazza del Campo (in quel caso arrivò in solitudine), hanno finalmente esaltato Wout Van Aert, al primo successo della stagione e al Giro in assoluto, pronto a risultare ancora protagonista nel suo esordio sulle strade rosa.

Martedì si ripartirà con la seconda e ultima cronometro, 29 km da Lucca a Pisa con l’enorme incognita, che pare sempre più certezza, del maltempo che colpirà nel pomeriggio tutti gli uomini di classifica. Poi mercoledì una frazione insidiosa sull’Appennino reggiano, con l’arrivo a Castelnovo ne’ Monti, giovedì e sabato due probabilissime volate a Viadana e Nova Gorica, venerdì l’arrivo sullo strappo di Monte Berico sopra Vicenza, infine domenica il Monte Grappa, piazzato però lontanissimo dal traguardo sull’altopiano di Asiago. Per le vere montagne servirà attendere la terza settimana, ma con questa situazione occhio alle imboscate…

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