Vingegaard dominatore assoluto dei due mari, è bis sul Monte Petrano. McNulty salva la maglia per un soffio alla Parigi-Nizza

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Vingegaard dominatore assoluto dei due mari, è bis sul Monte Petrano. McNulty salva la maglia per un soffio alla Parigi-Nizza

Tirreno-Adriatico nelle mani dell'asso danese, che stacca di nuovo nettamente Ayuso e Hindley, ancora secondo e terzo (pure nella generale, dove risale uno splendido Del Toro). Vlasov conquista la tappa "mutilata" in Francia, Evenepoel è amaro 2° ed è uno-due statunitense in GC alla vigilia della frazione conclusiva sulle salite attorno a Nizza.

Jonas Vingegaard è davvero troppo superiore alla concorrenza, tutt'altro che di basso profilo, e vola verso la sua prima “corsa dei due mari”, lui che fu secondo alla Tirreno-Adriatico nel 2022 dietro a Tadej Pogacar, lanciando indirettamente il guanto di sfida allo sloveno dominando questa 59esima edizione.

Ieri ha spaccato la corsa verso S. Giacomo, arrivando in solitudine a Valle Castellana, oggi ha fatto il bis staccando di nuovo tutti nella tappa regina, la sesta con arrivo sulle dure rampe di Monte Petrano: a 6 km, dopo il duro lavoro della Bora-Hansgrohe per Jai Hindley (andando a chiudere su tutti i fuggitivi di giornata, ultimo a mollare Richard Carapaz), il leader della Visma Lease a Bike ha risposto al primo attacco dell'australiano re del Giro 2022, staccandolo così come lo stesso Juan Ayuso ha dovuto alzare bandiera bianca dopo poche centinaia di metri.

In cima, saranno 26 i secondi di margine su Hindley e Ayuso, ancora terzo e secondo di tappa e nella generale, arrivati una decina di secondi davanti a Isaac Del Toro, seconda punta UAE Emirates che continua a stupire, visto che il giovane messicano sembrava staccato inesorabilmente e ha disputato una seconda parte di scalata straordinaria, andando a prendersi pure il 4° posto in classifica. Alle spalle del dominatore del Tour de l'Avenir 2023, un ritrovato Pidcock con O'Connor, poco dietro ecco Kamna, Arensman e Uijtdebroeks.

Il miglior italiano? Lorenzo Fortunato, 12° a 1'20” e ora 14° in GC, mentre crolla Antonio Tiberi, che aveva illuso nelle prime giornate di corsa, con Caruso e Zana lontani dal loro miglior livello. Vingegaard, con la sola attesa volata di domenica a S. Benedetto del Tronto all'orizzonte, con Jonathan Milan pronto a sfidare ancora Philipsen e Merlier, viaggia in maglia azzurra con 1'24” di vantaggio su Ayuso, 1'52” su Hindley, con Del Toro a 2'20” davanti di pochi secondi a O'Connor e Arensman.

Penultima frazione pure alla Parigi-Nizza, in questo caso la settima di appena 104 km con la modifica del percorso che ha tagliato fuori La Colmiane e Auron causa neve, ma tra pioggia e l'erta finale verso Madone d'Utelle, di selezione comunque ce n'è stata anche e soprattutto grazie al lavoro della Soudal-Quick Step per Remco Evenepoel.

Il belga, però, non è riuscito a fare la differenza e quando mancavano poco più di 4 km dall'arrivo, Aleksandr Vlasov è partito coi tempi perfetti in contropiede, guadagnando presto quella quindicina di secondi poi risultata decisiva: il russo della Bora-Hansgrohe arriverà a braccia alzate con 8” su Evenepoel, Roglic, Skjelmose Jensen e Jorgenson, mentre i 2mila metri conclusivi sono stati pesantissimi per la maglia gialla Brandon McNulty. Lo statunitense della UAE Emirates ha perso 19” dal connazionale Jorgenson, mantenendone appena 4 in classifica sul faro della Visma Lease a Bike, quando rimane l'ultima insidiosissima tappa di 110 km, senza un metro di pianura, sulle salite attorno a Nizza.

Domenica sarà battaglia totale e gli stessi Skjelmose Jensen ed Evenepoel promettono fuoco e fiamme, trovandosi rispettivamente a 35 e 36 secondi da McNulty, mentre Plapp è passato dal 3° al 5° posto, ora a 47” davanti a Roglic e un Bernal che ha pagato in questa settima tappa, ma conserva un buon piazzamento nella generale.

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