Il Tour "italiano" è già storia: presentata la corsa alla maglia gialla 2024, da Firenze a Nizza

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Il Tour "italiano" è già storia: presentata la corsa alla maglia gialla 2024, da Firenze a Nizza

A Parigi il lancio dell'edizione numero 111, unica nel suo genere con la prima partenza dall'Italia (che ospiterà tre tappe e... mezza) e l'arrivo con una crono di 35 km. Galibier al quarto giorno, Pirenei tosti con Pla d'Adet e Plateau de Beille prima della quattro giorni alpina con Bonette e Isola 2000 nel "tappone". Per il Tour Femmes partenza da Rotterdam e meraviglioso finale sull'Alpe d'Huez.

Un Tour... simil Giro?

Effettivamente, il percorso della Grande Boucle 2024 lo pone abbastanza vicino a quanto disegnato da Mauro Vegni per la corsa rosa, tra km contro il tempo, sterrati e tanta salita... ma non troppa.

Un Tour de France storico, il numero 111 presentato questa mattina al Palais des Congres di Parigi, visto che per la prima volta partirà dall'Italia e, anche in questo un “unicum”, non terminerà nella capitale bensì, per evitare le problematiche logistiche con la concomitanza dei Giochi Olimpici, a Nizza con un finale spettacolare a cronometro.

Dal 29 giugno al 21 luglio, con lo start da Firenze e tre tappe e... mezza nel nostro paese, come già preannunciato dallo scorso dicembre. Parlando sul palco a nome della delegazione italiana presente a Parigi, il governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha sottolineato l'opportunità enorme di questa “Grand Depart” divisa tra Toscana, Romagna, Emilia e Piemonte, sul piano turistico e di visibilità mondiale, legando all'attualità i nomi della leggenda azzurra in terra di Francia, ovvero Nencini, Bartali, Coppi, Pantani, partendo dalla penisola a 100 anni dalla prima vittoria del Tour da parte di un italiano, Ottavio Bottecchia (che firmò il bis nel 1925).

La Firenze-Rimini, 205 km belli tosti con San Leo e San Marino ultime difficoltà, prima dei 25 km conclusivi tra discesa e pianura verso il lungomare, sarà la prima delle tre tappe interamente in Italia; la seconda, da Cesenatico (in omaggio al pirata) a Bologna conterà su 200 km tondi tondi e un finale spettacolare, con doppia ascesa al San Luca e ultimo scollinamento a 12 km dall'arrivo previsto in città.

Terza frazione, la più lunga dell'intera Grande Boucle con i 225 km da Piacenza a Torino, prima chance per le ruote veloci. Il quarto giorno sarà salita vera, con i 138 km da Pinerolo a Valloire scalando Sestriere, Monginevro e il Galibier, seppur dal versante più morbido del Lautaret, prima della picchiata finale.

Quinta tappa, 177 km da Saint Jean de Maurienne a Saint Vulbas, adatta agli sprinter come la sesta da Macon a Digione lungo 163 km. La settima sarà un altro spartiacque, la prima delle due cronometro individuali con i 25 km quasi totalmente piatti da Nuits-Saint-Georges a Gevrey-Chambertin.

Interlocutoria la frazione 8 da Semur en Axois a Colombey les Deux Eglises (176 km), tostissima la nona attorno a Troyes, 199 km di cui 32 (ben 14 diversi settori) di sterrati lungo i vigneti della zona e col pericolo vento, che potrebbe riproporsi, dopo il giorno di riposo, alla tappa 10 da Orléans a Saint-Amand Montrond (187 km), omaggio a Julian Alaphilippe che arriverà nella sua città natale con un finale insidioso.

Si tornerà a salire decisamente nell'undicesima giornata di corsa, Evaux les Bains-Le Lloran (211 km), con gli ultimi 3 km attorno al 6% ma ascese in sequenza negli ultimi 60 km, seppur non durissime nel cuore del Massiccio Centrale.

Per i velocisti, Jasper Philipsen in primis con l'obiettivo di un'altra maglia verde, non dovrebbero esserci problemi a giocarsela tra Villeneuve sur Lot (204 km partendo da Aurillac) e alla 13^ tappa a Pau (171 km con start da Agen), prima dei Pirenei. Due giorni delicatissimi, con la Pau-Saint Lary Soulan, ovvero il secondo arrivo in quota a Pla d'Adet dopo 152 km, e da Loudenvielle a Plateau de Beille (dove trionfò Pantani nel 1998) per la 15esima frazione, 198 km di lunghezza e gli ultimi 16 vicini all'8% di media.

Secondo giorno di riposo e il 16 luglio si ripartirà con la Gruissan-Nimes (187 km), ultima vera occasione per gli sprinter prima della cinquina finale decisiva. Si comincia con la Saint Paul Trois Chateaux-Superdèvoluy (178 km), arrivo inedito seppur non durissimo visto che si tratta di 3,8 km al 6%, poi la Gap-Barcelonnette (179 km) con il Col d'Allos prima della discesa conclusiva, ma soprattutto la diciannovesima tappa. La frazione regina, appena 145 km da Embrun a Isola 2000, superando quota 2800 mt verso il Col de la Bonette prima dell'ascesa finale che proporrà 16 km al 7,1% di pendenza media.

Non è finita qui, visto che alla ventesima, da Nizza al Col de la Couillole, saranno 133 km con gli ultimi 15 fissi al 7%, mentre da Monaco a Nizza sarà tempo di crono per chiudere, con i 34 km che vedranno i corridori affrontare la Turbie e il Col d'Eze, in una prova potenzialmente decisiva e molto impegnativa.

Complessivamente, sono quindi 59 km contro il tempo, non pochi e certamente una buona notizia per Remco Evenepoel, che disputerà il suo primo Tour provando a sfidare i giganti Vingegaard (oggi presente in platea da bi campione in carica) e Pogacar, che dovrà sciogliere la riserva sull'eventuale presenza al Giro, che non vedrà protagonista Primoz Roglic diretto verso il nuovo assalto alla maglia gialla.

Sarà spettacolo, garantito anche dalla terza edizione di un Tour Femmes di nuovo proposto lungo 8 tappe, ma in sette giornate di corsa, con la prima partenza dall'estero. Per la corsa delle donne che nel 2023 ha visto trionfare Demi Vollering, si comincerà infatti dall'Olanda proprio della campionessa in carica e delle altre stelle del movimento, anche se non vedremo al via Annemiek Van Vleuten che ha appena lasciato l'agonismo.

Da Rotterdam a L'Aia, prima frazione di 124 km il 12 agosto, poi doppio appuntamento il giorno successivo con la semitappa Dordrecht-Rotterdam per velocisti e la cronometro, brevissima, sulle strade della città simbolo di questa grande partenza, appena 6,3 km che non dovrebbero incidere sulla classifica generale.

Farà invece male la giornata numero 3, da Valkenburg a Liegi per arrivare quindi in territorio belga e, dopo 122 km, affrontare lo stesso finale della decana delle classiche con la Redoute e la Roche aux Faucons decisive.

Più morbide le tappe da Bastogne ad Amnéville (150 km) e la Remiremont-Morteau (160 km), ma sempre mosse e decisamente lunghe, prima del gran finale sulle Alpi. Settima frazione lungo i 167 km da Champagnole a Le Grand Bornand, con il falsopiano a salire che porta al traguardo, e soprattutto da Le Grand Bornand all'Alpe d'Huez, 150 km scegliendo una conclusione iconica, dopo che il Tourmalet era stato il giudice della scorsa edizione, lungo i 21 tornanti del mito della Grande Boucle maschile, affrontato per la prima volta delle ragazze nella nuova versione del Tour Femmes.

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