La battaglia del pavé: Pogacar guadagna su tutti, crolla Roglic mentre Clarke vince ad Arenberg

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Stradatour de france 2022

La battaglia del pavé: Pogacar guadagna su tutti, crolla Roglic mentre Clarke vince ad Arenberg

Tour de France, 5^ tappa: succede di tutto sulle pietre, con la Jumbo-Visma che vede lo sloveno cedere oltre 2 minuti al connazionale, mentre Van Aert salva la maglia gialla nonostante una caduta e il lavoro per i compagni di squadra. Mozzato di nuovo in top ten, per Caruso la classifica si mette bene.

Una giornata incredibile, sul pavé che ha richiamato l'epica della Roubaix sulle strade del Tour, per una quinta frazione della Grande Boucle che potrebbe risultare determinante nella lotta alla maglia gialla.

Da Lille alle porte della foresta di Arenberg, 157 km con gli ultimi 75 caratterizzati da undici settori di pietre che hanno scatenato una bagarre assoluta. Alla fine ha esultato Simon Clarke, a coronamento della fuga di sei uomini (poi diventati quattro nel finale con il sacrificio di Cort Nielsen per il compagno Powless) che è arrivata a giocarsi una delle tappe iconiche di questa edizione della Grande Boucle. E il quasi 36enne australiano si è regalato e ha regalato alla Israel Premier Tech un successo pesantissimo, il più bello della carriera per Clarke (già vincitore di due tappe alla Vuelta Espana, 2° all'Amstel 2019) che ha letteralmente bruciato al colpo di reni Taco Van der Hoorn (Intermarché), secondo davanti a Boasson Hagen e Powless, che hanno sfiorato entrambi la maglia gialla.

Sì, perchè Tadej Pogacar ha regalato spettacolo anche sulle pietre a lui sconosciute, guadagnando di nuovo qualcosa su tutti i rivali. A poco meno di 20 km dal gong, l'asso sloveno se n'è andato dal gruppo principale assieme a Jasper Stuyven, concludendo a 51” dal gruppo di testa e con 13 guadagnati (la coppia ne aveva oltre 40 ad un certo punto) nei confronti di Vingegaard, Thomas, Adam Yates, Martinez, Mas, Vlasov, Quintana e un ottimo Damiano Caruso.

In quel gruppo ha concluso anche Wout Van Aert, che ha difeso la maglia gialla (con 13 secondi di margine su Powless e 14 su Boasson Hagen, Pogacar è 4° a 19”) nonostante una caduta pesante patita a 95 km dal traguardo e, soprattutto, aver dovuto attendere Vingegaard che aveva forato a 35 km dalla conclusione perdendo quasi un minuto dai diretti rivali.

Nel frattempo era successo di tutto, dalle difficoltà di Van der Poel (che confesserà nel post tappa di non avere le gambe per giocarsela) alla caduta che ha poi caratterizzato il finale, quando ai -30 Primoz Roglic è finito a terra assieme a Jack Haig, co-capitano della Bahrain-Victorious costretto al ritiro, lussandosi la spalla e cominciando così un inseguimento che porterà comunque lo sloveno della Jumbo-Visma cedere oltre 2 minuti a Pogacar.

Ed è andata ancora peggio a Ben O'Connor (4° al Tour 2021 e sul podio del Delfinato), ad oltre 4' dal vincitore come Meintjes, in una tappa che in chiave italiana, oltre all'ottima difesa di Caruso che può puntare decisamente ad una classifica importante dopo aver superato questo ostacolo, ha visto Luca Mozzato e Alberto Dainese distinguersi, 10° e 11° con un buon sprint di gruppo alle spalle dei soli Philipsen e Jakobsen.

Giovedì la sesta tappa, la più lunga di questo Tour de France con i 220 km da Binche a Longwy, che proporrà un finale su uno strappo molto impegnativo negli ultimi 1500 mt...

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Alle 12.35 la partenza di una frazione che, negli ultimi 115 km dal primo muro a Recanati, propone ben poca pianura e tante insidie. Alaphilippe il primo indiziato per cercare il successo, occhio anche ai big e a qualche velocista resistente, nonostante lo strappo finale (con punte vicine al 20% a poco più di 10 km dall'arrivo). Pogacar in rosa, Tiberi già focalizzato sulla cronometro di sabato per avvicinare il podio.