Al Giro succede di tutto: Groves sprinta a Napoli dopo la maxi-caduta di gruppo col ritiro di Hindley

Al Giro succede di tutto: Groves sprinta a Napoli dopo la maxi-caduta di gruppo col ritiro di Hindley
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Al Giro succede di tutto: Groves sprinta a Napoli dopo la maxi-caduta di gruppo col ritiro di Hindley

Sesta tappa neutralizzata negli ultimi 60 km, ci si gioca la vittoria di giornata in uno sprint che vede Kooij chiuso in maniera pericolosissima da Moschetti, mentre l'australiano la risolve battendo Fretin e Magnier. Pedersen in rosa, ma anch'egli a terra nell'episodio che ha condizionato tutto.

Un caos totale, una giornata difficilissima nella frazione più lunga di questo Giro d’Italia, lungo i 227 km da Potenza a Napoli che, specialmente nella seconda parte, sono stati corsi sotto la pioggia poi risultata decisiva in negativo.

Kaden Groves torna a vincere sulle strade della corsa rosa, due anni dopo quel timbro proprio in Campania, sul traguardo di Salerno, e in condizioni meteo simili, con lo sprinter australiano dell’Alpecin-Deceuninck che regola tutti e in maniera netta sul lungomare Caracciolo, che ha ospitato un traguardo di tappa per il quarto anno consecutivo.

I primi 30 km sono stati ricchi di attacchi, ma alla fine dei conti la fuga ha visto protagonisti solo due elementi, l’olandese Van der Hoorn e il francese Paleni, visto che Lorenzo Fortunato si muove sulle rampe del Valico di Monte Carruozzo con l’obiettivo, centrato, dei 18 pt al GPM di 2^ categoria per rafforzare la maglia azzurra, prima di rialzarsi e lasciare gli alfieri di Intermarché e Groupama-FDJ al proprio destino. Che sembrava segnato, visto il controllo delle squadre di Kooij e Groves, ma ecco che a 70 km dalla conclusione si verifica una maxi-caduta in gruppo.

Jai Hindley sfiora i freni e finisce a terra, vanno giù una quarantina di corridori e la direzione di corsa si trova costretta a neutralizzare la gara visto che le ambulanze sono tutte impegnate nei soccorsi: il vincitore del Giro 2022 si ritira con un trauma cranico, gravissimo l’infortunio di Juri Hollman (Alpecin) con frattura al braccio, al bacino e quasi certamente anche al femore, alza bandiera bianca pure Smith e, tra i big, ci sono bei danni per Adam Yates, Richard Carapaz, Jay Vine e in parte la maglia rosa Mads Pedersen, che dopo la ripartenza (con tempi per la classifica che non verranno più conteggiati e gli abbuoni tolti) si rialza, rinunciando alla lotta per il successo di tappa.

Van der Hoorn e Paleni vengono riacciuffati a meno di 3 km dall’arrivo, appena dopo aver “scavalcato” una protesta a bordo strada che ha rischiato di provocare un altro danno enorme. Alla flamme rouge ecco l’attacco di Van Aert, ma ai 350 mt il belga viene riassorbito, il suo compagno Kooij prova a passare Moschetti lungo le transenne, ma viene chiuso dal milanese (poi declassato, aveva chiuso 8° mentre l’olandese vedrà tutto rovinato, 10°) mentre dall’altra parte Groves sfreccia imponendosi da par suo.

Sul podio di giornata il belga Fretin (Cofidis) e il più giovane del Giro, il transalpino Paul Magnier della Soudal-Quick Step terzo in rimonta, davanti a Kanter, Lonardi miglior azzurro, Zijlaard e altri due italiani, Marcellusi e Mozzato.

In classifica, appunto, non cambia nulla con Pedersen leader per 17” su Roglic e 24 rispetto al compagno Vacek, ma venerdì nella tappa abruzzese di montagna, col primo arrivo in salita a Tagliacozzo (ultimi 2500 mt vicini al 10% di media), ecco che invece i grandi dovranno venire allo scoperto.

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