La favola di Davide Bais per la prima vittoria: a Campo Imperatore i big non fanno... nulla

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La favola di Davide Bais per la prima vittoria: a Campo Imperatore i big non fanno... nulla

Giro d'Italia, 7^ tappa: premiata la fuga da lontano, trionfa il trentino della Eolo-Kometa su Vacek e Petilli. Evenepoel davanti a Roglic per il 4° posto, ma è una delusione totale il finale degli uomini di classifica che non provano alcun attacco.

Una tappa che avrebbe dovuto fare esplodere il Giro 106, con il primo arrivo in salita e subito oltre quota 2000 mt, nel cuore del Gran Sasso d'Italia a Campo Imperatore, ma che sul piano dello spettacolo tra i big attesi per la vittoria finale non ha regalato davvero nulla.

Ad esultare, per la seconda volta in questa edizione della corsa rosa dopo il timbro di Jonathan Milan nella volata di San Salvo, è un italiano ed è un 25enne di belle speranze, al primo successo da pro come accadde al compagno di squadra Lorenzo Fortunato due anni fa sullo Zoncolan, ovvero Davide Bais che regala un'altra giornata da sogno alla Eolo-Kometa.

Il ragazzo trentino (è nativo di Rovereto) ha coronato una fuga che sembrava non avere alcuna chance di arrivare vincente al traguardo, partita dopo pochi km dal via di Capua, ad oltre 210 dalla conclusione. Invece, nessuna squadra tra i favoriti della generale ha voluto esporsi, con il Team DSM a controllare per mantenere la maglia rosa di Leknessund, e così arrivando ad oltre 12 minuti di vantaggio, ma soprattutto conservandone oltre 6 sino ai 5 km dall'arrivo, quelli realmente più impegnativi di una salita sì lunghissima, ma con pendenze decisamente morbide, è stato quasi facile per Davide Bais, Simone Petilli e Karel Vacek giocarsi poi la tappa.

I tre si sono studiati, dopo un paio di tentativi di Petilli, sino ai 200 mt dalla conclusione quando il comasco ha provato a partire, stroncato però da un Bais nettamente più brillante e a braccia alzate con 9” di margine su Vacek (che porta al Team Corratec-Selleitalia un 2° posto comunque bellissimo), con l'alfiere Intermarché terzo.

Per il vincitore di giornata, arriva pure la maglia azzurra di leader della classifica dei GPM, tolta a Thibaut Pinot facendo il pieno tra i 2^ categoria di Roccaraso e Calascio, oltre ovviamente ai punti all'arrivo.

E i big? Una grande delusione, inutile nasconderlo, non aver visto alcun tentativo non solo a livello di individualità, ma anche da parte di una squadra che abbia provato a fare il forcing negli ultimi km. Niente Ineos, niente Jumbo per Roglic, men che meno la Soudal di Evenepoel alla quale andava benissimo la situazione, con l'iridato che ha poi sprintato (col gruppo, decisamente corposo, arrivato a 3'10” da Bais) per chiudere 4° e lanciare un altro segnale al diretto rivale Primoz Roglic, che ha terminato alle sue spalle, con Pinot 6°, Thomas 7° e Almeida 8°.

In GC non è cambiato quindi nulla al vertice, con Andreas Leknessund che sabato verso Fossombrone vivrà la sua quarta giornata in maglia rosa, mentre Evenepoel, che avrà dalla sua la cronometro di domenica a Cesena (35 km dove il belga si riprenderà verosimilmente la leadership e potrà fare il vuoto sugli avversari più pericolosi, è secondo a 28” e Paret-Peintre 3° a 30, con Almeida sempre ad un minuto.

In Ungheria, terza (delle cinque totali) tappa del giro nazionale e torna al successo un corridore di grande talento come Marc Hirschi, che stacca tutti sul muro di Pecs e si prende vittoria di giornata e maglia gialla di leader della generale. Il classe 1998 rossocrociato in forza alla UAE Emirates, prima ha contenuto l'attacco di Ben Tulett, poi ai -1300 mt ha staccato il britannico della Ineos Grenadiers, alla fine secondo (a 8” da Hirschi) davanti ad un altro giovane connazionale, Max Poole del Team DSM che ha anticipato di un soffio un gruppetto con Moniquet, Onley, Matteo Fabbro (buon 6°) e un Egan Bernal che, dopo lo spavento della caduta del primo giorno, ha lanciato un buon segnale piazzandosi 7°.

Sabato l'arrivo in salita decisivo, poi domenica sarà passerella con i velocisti protagonisti a Budapest.

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