Matteo Trentin firma il capolavoro prendendosi la sua terza Paris-Tours, a Oropa brilla ancora Adam Yates

Matteo Trentin firma il capolavoro prendendosi la sua terza Paris-Tours, a Oropa brilla ancora Adam Yates
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Matteo Trentin firma il capolavoro prendendosi la sua terza Paris-Tours, a Oropa brilla ancora Adam Yates

Il veterano della Tudor torna al successo dopo oltre un anno, nell'ultima classica della stagione per il solito finale pazzesco di Tours piegando Laporte e Withen Philipsen, mentre il nuovo appuntamento piemontese è un monologo della UAE Emirates e di Elisa Longo Borghini tra le donne. Campionati del mondo Gravel: finalmente la maglia iridata per Florian Vermeersch.

(in aggiornamento)

Un capolavoro per riprendersi, a 36 anni, la “sua” corsa, ovvero la Paris-Tours vinta per la terza volta in carriera.

Matteo Trentin chiude il suo 2025 (ancora privo di successi, non timbrava dal Vallonia nell’estate dello scorso anno) nella maniera più bella, regalando alla sua Tudor un sigillo importantissimo nella classica transalpina, giunta all’edizione numero 119 (non rientra più nel calendario WT ma in quello ProSeries, il fascino però è intatto e la startlist sempre di qualità), che l’ex vice campione del mondo 2019 conquistò anche nel 2015 e 2017, quando ancora non erano stati introdotti i vari tratti di sterrato.

Trentin è stato davvero perfetto al termine di una corsa “divorata” in meno di 4 ore e 20’ (per 211 km) a velocità folli, ma possono avere mille rimpianti i transalpini Lapeira e Gruel, che sembrano avere la gara in mano per giocarsela in uno sprint a due, ma con 11-12 secondi di margine appena prima dell’ultimo km, si fermano letteralmente per poi doversi giocare uno sprint a 6, agganciati dal quartetto di inseguitori dove Trentin ha fatto un gran lavoro con Laporte per rientrare, regolando proprio il francese di casa Visma, vincitore dell’edizione 2024, 2° davanti al giovanissimo Albert Withen Philipsen (Lidl-Trek), su un altro podio di primo livello dopo la piazza d’onore alla Tre Valli Varesine.

E ai piedi del podio c’è proprio Lapeira davanti a Gruel e al compagno Bissegger (autentico suicidio quello della Decathlon, che chiude 4^ e 6^), con Vacek 7° dopo essersi staccato sull’attacco di Laporte nell’ultima cote a 9 km dal gong, appena davanti al gruppone regolato da Godon su Stuyven e un Alessandro Covi protagonista di tutto il finale e che centra almeno una top ten.

Si è corsa quest’oggi anche la prima edizione del Trofeo Tessile e Moda, ovvero la Valdengo-Oropa ideata sulla sciata del Trofeo Baracchi (anche se nulla c’entra con la storica cronometro a coppie), per una classica 1.1 con arrivo piazzato all’ombra del Santuario, al termine degli 11,8 km che cominciano da Biella e il Giro d’Italia ha reso celebri, dalla rimonta di Pantani nel ’99 al sigillo di Pogacar nella corsa rosa 2024. E un compagno del campione del mondo, Adam Yates, si è preso questa prima assoluta nel solito dominio UAE Team Emirates XRG (sempre più vicina alle 100 vittorie stagionali), con una concorrenza chiaramente ridotta rispetto ai grandi appuntamenti.

Il britannico ha stroncato solo nei 250 metri finali la resistenza di un ottimo Mathys Rondel, con il giovane transalpino della Tudor 2° davanti a Jay Vine, che ha tentato il rientro sui due nei 2,5 km finali, senza riuscirci ma salvando comunque il podio dal tentativo di rimonta di Christian Scaroni (XDS Astana), buon 4° su Chumil e Sivakov, terzo alfiere del team emiratino e che aveva acceso per primo la miccia a poco più di 5 km dall’arrivo.

La corsa femminile, invece, ha regalato il duello atteso tra due super big come Elisa Longo Borghini e Marlen Reusser, ma la campionessa d’Italia ha nettamente staccato l’elvetica del Team Movistar nei 3 km conclusivi, anticipando di 37 secondi colei che aveva già piegato nella vittoria della classifica generale dell’ultimo Giro d’Italia, con Urska Zigart (AG Insurance) terza a 55” dalla verbanese che, sulle strade di casa, firma la sua settima perla di stagione a cinque giorni dalla Tre Valli Varesine, ma che vedremo in gara pure domenica prossima alla Veneto Classic.

In Cina, sulle strade del Tour of Taihu Lake, ancora tanta Italia grazie a Matteo Malucelli, che in quattro frazioni della corsa ProSeries si prende il secondo successo di tappa, dominando la volata di Wuxi davanti all’estone Laas e al giovane belga De Schuyteneer, che sarà 3° nella generale a 19” dal forlivese della XDS Astana, vincitore appunto pure della classifica finale con il polacco Aniolkowski della Cofidis 2° a 18” da un Malucelli che, dopo la tripletta di tappe al Tour de Langkawi, si era dovuto ritirare dalla gara malese per una brutta caduta, ma è stato in grado di rientrare alla grande.

Infine, il campionato del mondo Gravel, giunto alla sua quarta edizione, con la corsa maschile (sabato era andata in scena la prova femminile conquistata da Wiebes su Vos e Persico) sugli sterrati del Limburgo e con l’arrivo posto a Maastricht, che ha premiato un grande specialista come Florian Vermeersch.

Il belga, tesserato per la UAE, dopo due argenti si prende la tanto agognata maglia iridata, attaccando da lontano e rimanendo con l’olandese Frits Biesterbos sino a poco meno di 20 km dal gong, quando anche il tulipano è stato staccato da Vermeersch, in trionfo all’arrivo con 40” di vantaggio sul rappresentante della nazionale orange, mentre Matej Mohoric sarà di bronzo a 1’25”, con gli azzurri lontanissimi e Tom Pidcock, il più atteso della vigilia assieme a Tim Merlier (che però non è partito per i postumi della caduta di Munster), sempre di rincorsa nella tenaglia belga e alla fine sesto, lo stesso piazzamento ottenuto dal britannico 24 ore prima al Lombardia.

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