Pogacar, il gigante del ciclismo che fa cose alla Merckx: "E' diventato un Mondiale come nel 2024, ma che fatica"

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Pogacar, il gigante del ciclismo che fa cose alla Merckx: "E' diventato un Mondiale come nel 2024, ma che fatica"

Le reazioni post sfida iridata di Kigali, con Evenepoel (che mercoledì già sarà impegnato nella cronometro degli Europei contro Ganna) che ha rimpianti per il problema alla sella, "altrimenti credo che sarei rimasto con Tadej e Del Toro nel momento del loro attacco". Ciccone (6°): "Ho sbagliato a seguire Remco, ma abbiamo fatto il massimo".

Un altro campionato del mondo pro da sogno, in generale una settimana bellissima in Rwanda, per la prima rassegna iridata su strada nella storia dell’Africa sigillata dal bis del più forte di tutti, per un assolo stratosferico sulle strade (invase da oltre un milione di persone) di Kigali.

Tadej Pogacar vestirà la maglia iridata per un altro anno, dopo un nuovo capolavoro simil Zurigo 2024: attacco ad oltre 100 km dalla conclusione e due terzi di azione in solitaria, in questo caso dai -66 all’arrivo dopo aver visto Isaac Del Toro non riuscire più a tenere la sua ruota. Nel post gara di Kigali già si parlava di obiettivo quinto Lombardia come Coppi (ma nel caso dello sloveno sarebbe consecutivo), ma pure del titolo europeo (domenica prossima) da provare a conquistare per la prima volta.

In Francia, ci sarà anche Jonas Vingegaard ad aggiungersi a Evenepoel e Ayuso, ma intanto il padrone del ciclismo mondiale si gode un successo “alla Merckx”, lui che ormai corre per la storia visto che il paragone con il Cannibale è sempre più concreto. “Speravo si formasse un piccolo gruppetto com’è successo su Mont Kigali – ha detto “Pogi” per l’analisi della corsa, come riportano i colleghi di “Spazio Ciclismo” – Ayuso si è staccato subito, poi anche Del Toro aveva problemi, quindi sono rimasto da solo ed è diventata una corsa come l’anno scorso.

Sono davvero felice, anche se le salite diventavano sempre più difficili per me e le discese non erano così veloci, devi comunque pedalare sempre su questo circuito. Durante gli ultimi giri qualche dubbio ti viene, ma per fortuna è andato tutto bene.

È stata un’esperienza incredibile e una settimana di grande successo, è speciale vincere ancora il Mondiale. Da campioni uscenti, avevamo molta pressione come nazionale. Siamo arrivati qui con delle grosse ambizioni e ce l’abbiamo fatta, i miei compagni di squadra hanno sacrificato molto per venire qui e dare tutto per aiutarmi a vincere, devo tutto a loro. Mont Kigali era il punto perfetto per attaccare e trovarmi con Juan e Isaac, era la situazione ideale. Sarebbe stato un sogno arrivare con loro, che sono anche miei compagni di squadra alla UAE, più vicino all’arrivo e lottare assieme, ma sono rimasto da solo a 65 km dal traguardo ed è stata dura arrivare”.

Remco Evenepoel è argento, dopo il titolo nella crono, ed è già nella storia dei campionati del mondo essendo diventato il corridore con più medaglie all’attivo. Eppure, il fiammingo da gran vincente qual è non era certo soddisfatto della piazza d’onore, anche per quanto accaduto con il doppio cambio bici, poco dopo l’attacco di Pogacar, innescato da un abbassamento della sella prima dell’attacco al Mont Kigali a causa di una buca trovata sull’asfalto. “Sì, senza quell’intoppo credo che sarei rimasto con Pogacar e Del Toro, non riuscivo neppure a spingere 400 watt – ha detto il tre volte iridato contro il tempo (campione del mondo in linea nel 2022, ndr) – Oggi avevo davvero buone gambe, la squadra è stata perfetta e mi hanno riportato sotto, ma ormai Tadej era andato”.

Se mercoledì Remco sarà già della partita nella cronometro dei campionati europei in Francia, sfidando Pippo Ganna a duello, e domenica prossima proverà a prendersi la rivincita nella prova su strada, Giulio Ciccone non sarà (a meno di sorprese) nell’Ardèche avendo puntato tutto su questo Mondiale. Il sesto posto finale del leader azzurro ha rappresentato un buon esordio per il ct Villa sull’ammiraglia della nazionale, oggettivamente si è fatto il massimo visti i valori in campo, anche se un piccolo rimpianto lo scalatore abruzzese ce l’ha, come ha spiegato ai microfoni Rai. “Mi sono gestito bene su Mont Kigali, sono rimasto coi migliori alle spalle di Pogacar e Del Toro, ma quando si è mosso Evenepoel ho sbagliato a seguirlo in quel modo: con lui, anche in pianura è come se non fossi a ruota e ho dovuto cedere. La top five magari avrebbe avuto un sapore diverso, ma abbiamo dato tutti il massimo, da questo punto di vista non posso avere rimpianti: è stata la corsa più dura della mia vita”.

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