Ultima notte mondiale, che sfida tra MVDP, Van Aert, Pogacar e... un po' di azzurro a Wollongong?

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Ultima notte mondiale, che sfida tra MVDP, Van Aert, Pogacar e... un po' di azzurro a Wollongong?

Domenica (arrivo previsto poco prima delle 9.00 in Italia) la gara dei pro: ci sono tre favoriti, ma il pronostico è davvero aperto con Evenepoel per fare saltare il banco, Matthews per chiudere un cerchio e Girmay per la storia dell'Africa. Bettiol, Trentin e Bagioli i leader di una nazionale, quella del ct Bennati all'esordio, fuori dai pronostici per il successo ma con qualità per sorprendere.

Il giorno della gara più attesa, l'ultimo di un campionato del mondo che ha regalato sinora tre medaglie all'Italia in quel di Wollongong, compresa l'ultima odierna di Silvia Persico nella gara élite femminile.

La corsa su strada dei professionisti chiude il programma della rassegna iridata, all'alba italiana di domenica visto che da Helensburgh si partirà alle 10.15 del mattino australiano, le 2.15 in Italia (con diretta tv integrale dall'1.55 su Eurosport 1 e Rai 2). Quasi 7 ore di battaglia lungo i 267 km proposti da un percorso che propone dopo una trentina di km l'ascesa più lunga, i 7,5 km (al 5,7% di pendenza media) del Mt. Keira, e poi un circuito di 17 km con l'erta di Mt. Pleasant da ripetere 12 volte.

L'hanno dimostrato anche le altre gare, sono quei 1100 mt (con i 300 mt finali oltre il 12%) a poter cambiare le sorti della corsa, anche se dall'ultimo scollinamento mancheranno ancora 7,5 km per arrivare sulla linea del traguardo e lo spazio per rientrare c'è, eccome.

Per questo il pronostico è davvero aperto, pure alle ruote più veloci (ma di velocisti puri non ce ne no): tre corridori sono in testa alle attese della vigilia, e rispondono ai nomi di Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel e Tadej Pogacar. Fuoriclasse che devono ancora conquistare la maglia iridata, pur avendo già vinto moltissimo, ma che dovranno guardarsi da rivali temibilissimi che, se vogliamo dividerli in un'ideale griglia da MotoGP, vedono in seconda fila Remco Evenepoel, Michael Matthews e Biniam Girmay.

Il vincitore di Liegi e Vuelta è la seconda punta del Belgio e andrà gestito al meglio, non come a Leuven 2021, mentre “Bling” vuole diventare l'eroe di quell'Australia dove trionfò nel 2010, ultimo Mondiale di casa a Geelong ma... da Under 23. Il percorso è perfetto per Matthews, oggettivamente, ma pure per un corridore come Girmay che è pronto a scrivere un altro capitolo di storia del ciclismo africano: l'eritreo è in condizione, lo dimostrano i podi tra GP de Québec e GP Vallonia, anche se magari la gamba non è la stessa della primavera tra vittorie di Gand e tappa al Giro.

E poi c'è la Francia che, a livello di organico, forse è la più completa ma propone il suo faro, il bi campione del mondo in carica Julian Alaphilippe, tutt'altro che al top (almeno sulla carta) dopo quanto successo nelle ultime settimane, tra positività al covid e caduta con ritiro dalla Vuelta. Con l'asso di Saint-Amand Montrond ci saranno uomini come Cosnefroy, Madouas e Laporte, ed è una situazione simile se vogliamo quella dell'Italia.

Tanto criticata ancor prima di correre, la prima nazionale di Daniele Bennati (Europei a parte) in realtà propone almeno quattro corridori che potrebbero esserci nel finale di corsa, pur mancando di un capitano unico che dia garanzie di medaglia. Da Bettiol a Trentin, da Bagioli (strepitoso a Montréal) allo stesso Ballerini, gli azzurri proveranno a giocarsi almeno una chance da podio, in particolare con il fiorentino vincitore del Fiandre 2019.

Mine vaganti? Kristoff e Honoré, punti di riferimento delle nazionali scandinave, ma anche Hayter e Kung, molto pericolosi seppur con caratteristiche differenti, così come giovani di qualità come Sheffield e Higuita, leader unici di Stati Uniti e Colombia. E il “vecchio” Peter Sagan? Non è stata certo la sua stagione, ma parliamo pur sempre di un tri campione del mondo che, ai bei tempi, avrebbe adorato un percorso del genere. Saprà rinascere nel giorno più importante?

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