Abrahamsen e Schmid anticipano Van der Poel a Tolosa, caduta e brivido per Pogacar nel finale

Abrahamsen e Schmid anticipano Van der Poel a Tolosa, caduta e brivido per Pogacar nel finale
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Stradatour de france 2025

Abrahamsen e Schmid anticipano Van der Poel a Tolosa, caduta e brivido per Pogacar nel finale

Tour de France, 11^ tappa: fuga vincente per il norvegese della Uno-X (con sprint da brividi per un manifestante in mezzo alla strada), dietro succede un po' di tutto ma Healy resta in giallo prima dei Pirenei e per il campione del mondo bisognerà valutare il colpo subito finendo a terra ai -6 km.

Un’altra frazione corsa a velocità folli, poco più di 3 ore (per 156,8 km di corsa) di battaglia pura, con partenza e arrivo a Tolosa per l’undicesima giornata di gara di un Tour de France che oggi parla norvegese, con il primo timbro in un GT per Jonas Abrahamsen, davvero eroico considerando che il passistone scandinavo della Uno-X Mobility si era fratturato una clavicola appena 4 settimane fa al Belgium Tour.

Un recupero lampo per esserci e oggi il capolavoro che vale una carriera, vincendo di misura lo sprint a due contro Mauro Schmid (Jayco-Alula), mentre un manifestante piombava in strada sul rettilineo d’arrivo rischiando il patatrac, e resistendo per una manciata di secondi alla furiosa rimonta di Mathieu Van der Poel, che poi confesserà nel post tappa di aver saputo solo dopo il suo micidiale attacco sull’ultima cote (la Pech David, 800 mt sopra il 10% da scollinare a poco meno di 9 km dal gong) che davanti c’erano ancora due dei cinque fuggitivi che hanno caratterizzato la fase decisiva, visto che c’erano problemi con la radiolina.

Nell’azione iniziale c’era anche Davide Ballerini, che chiuderà poi 10° alle spalle del gruppetto che si è giocato solo il 4° posto, con un ottimo Arnaud De Lie a regolare Wout Van Aert, 5° e ancora deluso, Laurance, Wright, Burgaudeau e il campione statunitense Quinn Simmons.

Il gruppo maglia gialla ha concluso ad oltre tre minuti e mezzo, ma di cose ne sono successo anche tra i big, con il leader Ben Healy all’attacco in tandem con Vingegaard a poco meno di 70 km dal traguardo, appena prima che Van Aert e Van der Poel dessero vita al tentativo poi risultato cruciale per lo svolgimento della seconda parte di tappa, e un finale da brividi visto che se sull’ultima cote è successo comunque poco o nulla, a meno di 6 km dall’arrivo c’è stata la caduta di Tadej Pogacar; il campione del mondo si è distratto arrotandosi con Tobias Halland Johannessen e colpendo duramente il lato sinistro del corpo, anche se si è rialzato in un lampo e i primi riscontri hanno parlato solo di abrasioni.

Persi quasi 30 secondi in quel frangente, l’asso sloveno è stato però atteso dai diretti rivali, con il gesto di fair play condiviso dall’EF e dalla Visma in primis che ha permesso il rapido rientro del faro della corsa, che resta 2° in classifica a 29 secondi da Healy e con un minuto su Evenepoel e 1’17” rispetto a Vingegaard.

Per Jonathan Milan maglia verde solidissima e da domani si sale sul Pirenei: Soulor e Borderes anticiperanno il primo vero arrivo in quota di questo Tour, con i 13,5 km vicini all’8% di media in un tempio come Hautacam.

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