Finalmente Italia al Tour! Sei anni dopo Nibali, ci pensa un fantastico Jonathan Milan a regalarci una tappa

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Finalmente Italia al Tour! Sei anni dopo Nibali, ci pensa un fantastico Jonathan Milan a regalarci una tappa

Sul traguardo di Laval, il friulano domina (e si riprende la maglia verde) regolando Van Aert e Groves: giornata tranquilla per Pogacar in giallo.

Uno sprint, sulla retta in lieve ascesa di Laval, da “Incredibile Hulk”.

Con quella maglia verde sulle spalle, Jonathan Milan si trasforma in un gigante capace di riportare, sulle strade del Tour de France, una vittoria di tappa all’Italia 6 anni dopo l’ultima volta: un digiuno di ben 113 frazioni visto che un azzurro non esultava dalla penultima dell’edizione 2019, quando Vincenzo Nibali staccò tutti a Val Thorens.

Da un campione all’altro, perché il classe 2000 della Lidl-Trek è il presente e il futuro di un movimento in difficoltà, sì, ma che ha forse il miglior velocista al mondo come dimostrando i tanti hurrà a livello World Tour anche in questa stagione: dopo 4 timbri al Giro nel 2023 e nel 2024, il debutto alla Grande Boucle era stato parzialmente amaro in avvio di questo Tour, con i ventagli della prima giornata e il 2° posto beffa di Dunkerque.

Con la verde indossata solo perché Tadej Pogacar, che ieri l’aveva tolta di nuovo a Milan vincendo sul Mur de Bretagne, è proprietario della gialla, Jonathan si è ripreso a tutti gli effetti la vetta della classifica a punti e ora con tanto margine (36 pt sullo sloveno, una settantina su Girmay oggi appena 19°), prima dominando lo sprint intermedio e poi con questa volatona da urlo all’arrivo.

Un finale al quale si è arrivati dopo una giornata decisamente tranquilla, anche per i big con Pogacar sempre leader con quasi 1 minuto su Evenepoel, con il duo Burgaudeau-Vercher della TotalEnergies a provarci prima della foratura di Tim Merlier (che anticipò Milan nella 3^ tappa), costata cara al campione europeo che negli ultimi 2 km non ne aveva più pur essendo rientrato rapidamente, e della trenata di Mathieu Van der Poel che ha lasciato Groves ai 200 metri, ma a quel punto Milan è stato nettamente superiore portandosi a ruota Wout Van Aert, che nulla ha potuto contro la strapotenza del “Toro di Buja”.

L’australiano dell’Alpecin-Deceuninck sarà invece terzo, a debita distanza, davanti ai rigenerati Ackermann e De Lie, con Andresen 6° su Coquard e altri due italiani, Alberto Dainese 8° (era in ottima posizione il padovano dopo l’enorme lavoro di Trentin, ma è rimasto chiuso ai -400 mt) e Vincenzo Albanese 9°.

E domenica altra probabilissima volata sul traguardo di Chateauroux.

Intanto, al Tour of Austria rimane imbattuta una straripante UAE Emirates XRG: era il giorno della tappa regina, la quarta sulle cinque totali della corsa categoria 2.1, con la doppia scalata a Kuehtai dove arriva il tris consecutivo di un super Isaac Del Toro. Il talento messicano si è “accontentato” di risolverla in uno sprint a tre, staccando di ruota Archie Ryan (EF-EasyPost) e Rafal Majka che ha lavorato per lui nel finale, visto che Del Toro si è preso anche la maglia di leader togliendola al compagno Felix Grossschartner, finito ad oltre 3 minuti. In classifica, prima della frazione conclusiva (la più morbida) di Feldkirch, il 2° classificato del Giro d’Italia guida con 29” su Ryan e 47 sullo stesso Majka, con Luca Vergallito (Alpecin) miglior italiano in undicesima piazza.

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