Pogacar ha in mano il suo quarto Tour, ma La Plagne è di Arensman davanti a Vingegaard e lo sloveno

Pogacar firma la cinquina di tappe e il suo quarto Tour è l'ennesimo show: Vingegaard ko a La Plagne
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Stradatour de france 2025

Pogacar ha in mano il suo quarto Tour, ma La Plagne è di Arensman davanti a Vingegaard e lo sloveno

La diciannovesima frazione, l'ultima sulle Alpi, vede l'olandese regalare il bis alla Ineos sfruttando il marcamento del danese (che non tenta nulla e chiude ancora 2° di tappa) rispetto al padrone in giallo, mentre Lipowitz è maglia bianca e col podio finale ormai sigillato, nel giorno del crollo di Primoz Roglic.

Uno spettacolo non esattamente memorabile, va detto, lungo i 93 km della diciannovesima tappa, l’ultima di alta montagna, di un Tour de France ormai nelle mani di Tadej Pogacar lanciato verso la quarta Grande Boucle nel palmares.

L’attesa cinquina di tappe, dopo aver gestito tutta la corsa odierna da Albertville a La Plagne con la sua UAE Team Emirates XRG, non arriva per l’asso sloveno in giallo, anticipato di un paio di secondi all’arrivo da Thymen Arensman (splendido bis al suo primo Tour dopo l’assolo di Superbagnères, in entrambe le occasioni trionfando sotto la pioggia e non è un caso, perché il tulipano della Ineos Grenadiers adora queste condizioni e soffre tremendamente il caldo) e a ruota del diretto rivale, uno Jonas Vingegaard che resta per tutta la salita finale (19 km al 7,3%) a ruota del campione del mondo, tentando l’unico scatto a 150 mt dalla linea quando ormai Arensman era troppo lontano.

Sinceramente, una grande delusione il danese nei due tapponi alpini dove, stando alle sue dichiarazioni post Mont Ventoux (dove in qualche modo aveva portato al limite Pogacar), avrebbe tentato il tutto per tutto non accontentandosi della piazza d’onore, la sua terza nella corsa alla maglia gialla (con le due vittorie del 2022 e 2023 nel mezzo).

La Visma Lease a Bike oggi, tra l’altro, è saltata subito completamente per aria sulle rampe del Col du Pre, poco dopo lo sprint intermedio vincente di Jonathan Milan che ha la maglia verde in mano; Primoz Roglic, lui sì, ci ha provato per la missione podio andandosene sulla prima delle tre salite di giornata (e la più dura), in compagnia di Lenny Martinez e Valentin Paret-Peintre, prima di staccare i due transalpini in discesa dal Cormet de Roselend.

La UAE, con uno stratosferico Tim Wellens, ha tenuto però il distacco sempre sotto il minuto e ai -22 km ha ripreso il faro della Red Bull-Bora Hansgrohe, poi crollato completamente verso La Plagne. Pogacar ha tentato l’azione definitiva ai -14 km, ma Vingegaard è riuscito a rispondere e a quel punto, con il leader della Visma che non ha mai voluto dare un cambio allo storico avversario, ne ha approfittato colui che aveva buone gambe e il vantaggio di ritrovarsi lontanissimo in classifica. Appunto Thymen Arensman, partito ai -12 per l’allungo decisivo, pur non avendo mai più di 30” di margine sul gruppetto coi primi 4 della generale: a parte Gall (per guadagnare il 5° posto su Roglic), ha fatto poi tutto Pogacar sino ai 2 km finali, quando Lipowitz ha visto in difficoltà Onley e ha chiuso i conti nella lotta per il podio di Parigi con il britannico.

I tre migliori di questo Tour, a 20” dall’olandese all’ultimo km, sono poi arrivati a pochi metri dal trionfatore di giornata con l’allungo conclusivo di Vingegaard. Onley ha pagato 47”, Gall 1’34”, Johannessen 1’41” e un ottimo Healy 2’19”, con Vauquelin (già staccato sul Cormet de Roselend) che finirà ad oltre 6 minuti e Roglic, addirittura, a 12’39”.

Per una generale che, prima della frazione da fuga di domani verso Pontarlier e quella di chiusura a Parigi, tutt’altro che passerella però con l’inserimento della tripla scalata a Montmartre, vede Pogacar maglia gialla (e pure a pois, vinta anche quella) con 4’24” su Vingegaard, 11’09” rispetto a Lipowitz gran 3° come è rivelazione Onley, 4° a 12’12” (secondo anche nella graduatoria dei giovani alle spalle del tedesco di casa Red Bull-Bora), prima di trovare Gall 5° a 17’12” e Johannessen, che guadagna due posizioni in quest’ultima giornata da uomini di classifica, gran 6° oltre i 20 minuti di ritardo e davanti a Vauquelin, Roglic (da 5° a 8°), Healy e O’Connor che completa la top ten, conquistata giovedì con la cavalcata sul Col de la Loze.

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