A 32 anni, Elia Viviani corona il sogno: primo titolo mondiale, l'Italia chiude in trionfo a Roubaix

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A 32 anni, Elia Viviani corona il sogno: primo titolo mondiale, l'Italia chiude in trionfo a Roubaix

Mondiali su pista: nona e decima medaglia azzurra con Scartezzini-Consonni nella Madison e il veronese, che chiude con un capolavoro nell'Eliminazione. La Germania chiude con sei titoli grazie al settore femminile.

Sembrava una maglia stregata per lui, già campione olimpico dell'Omnium e vincitore di tutto, tra pista e strada.

Quell'iride, però, a 32 anni non era ancora diventato suo, ma oggi Elia Viviani ha chiuso il cerchio: campione del mondo dell'Eliminazione, alla prima volta di questa specialità in una rassegna iridata, per chiudere nel migliore dei modi un Mondiale di Roubaix da sogno per l'Italia della pista.

Quarto oro e decima medaglia, dopo che Michele Scartezzini e Simone Consonni ci avevano regalato uno splendido argento in una Madison da brividi, conquistata dai maestri danesi Morkov e Hansen per soli 4 punti davanti agli azzurri (con Scartezzini a terra dopo pochi giri e stoico per l'intera gara), che a loro volta hanno preceduto il Belgio.

Proprio in chiusura di programma della quinta e ultima giornata al velodromo Jean Stablinski, ecco la perla di Viviani: dopo il bronzo nell'Omnium, dove aveva sbagliato proprio l'Eliminazione, Elia ha sofferto nella parte centrale di una prova dove ha rischiato grossissimo prima di sbaragliare la concorrenza, stroncando il portoghese Leitao nello sprint a due decisivo valso il titolo che il veronese attendeva da ormai un decennio, dopo tante beffe e occasioni perse.

La Germania ha vinto il medagliere, con sei titoli arrivati tutti dal settore femminile: strepitosa anche oggi Lea Sophie Friedrich, che ha dominato il Keirin davanti alla giapponese Sato e alla russa Tyshchenko, mentre ha finalmente esultato il Belgio con Lotte Kopecky in una spettacolare corsa a punti, con due fuoriclasse come Archibald e Wild a completare il podio, solo accarezzato da un'ottima Silvia Zanardi, quinta.

E chi se non Harry Lavreysen poteva andare a conquistare il terzo oro mondiale consecutivo nello Sprint maschile, regolando nell'ennesimo duello tutto orange Jeffrey Hoogland.

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