Il percorso del Giro 2026? E' quasi fatto: dal Blockhaus a Piancavallo, ecco le grandi montagne

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Stradagiro d'italia 2026

Il percorso del Giro 2026? E' quasi fatto: dal Blockhaus a Piancavallo, ecco le grandi montagne

Con le varie informazioni provenienti dai quotidiani locali, ricostruiamo la sfida in rosa del prossimo maggio che partirà dalla tre giorni in Bulgaria. Pila dovrebbe aver vinto la concorrenza di Cervinia per l'arrivo in quota valdostano, poi la durissima erta di Carì nel finale della seconda settimana. Madonna di Campiglio torna dopo dieci anni, l'ultimo tappone in Friuli prima di volare a Roma (mentre Milano dovrebbe avere una cronometro).

Il Giro d’Italia 2026 è quasi fatto, e sarà l’ultimo disegnato da Mauro Vegni, che ha già annunciato da settimane l’addio alla direzione della corsa rosa in casa RCS Sport.

L’edizione numero 109 partirà sabato 9 maggio dalla Bulgaria, per terminare domenica 31, per il quinto anno consecutivo, nella capitale; le voci che volevano Milano rientrare nel percorso sono confermate, ma con una tappa di passaggio, o meglio quasi certamente una cronometro nel “cuore” della corsa. Andiamo con ordine: vista la data dello start, quasi certamente a Sofia (nei prossimi giorni ci sarà l’ufficialità sui tracciati delle tre tappe bulgare), il giorno di riposo aggiuntivo per rientrare nella penisola potrebbe saltare, a meno di una deroga dall’UCI.

Come riporta il collega Francesco Dani su “Cicloweb”, la Calabria sarà grande protagonista nella prima fase del Giro, anche se non necessariamente subito al rientro in Italia: un paio di arrivi in regione, la possibilità che Napoli ospiti poi un traguardo per la quinta volta in serie, e la prima grande montagna in Abruzzo. Sì, perché il sempre affidabile Enrico Giancarli, grande esperto delle vicende ciclistiche in quella regione, ha svelato su “Il Centro” che il Blockhaus tornerà nel percorso e dal suo versante più duro (parliamo di 13 km sopra il 9% di media), quello dove trionfò Nairo Quintana nel 2017.

Spoleto potrebbe avere una tappa come, in Romagna, Bellaria Igea Marina. Altre indicazioni dalla Toscana (che potrebbe avere però solo uno start da Viareggio) e dalla Liguria, che rivedrà la corsa rosa con la conclusione di una frazione a Chiavari, scalando il Bracco in precedenza. Il secondo traguardo in quota dovrebbe essere a Pila (che proporrebbe un’ascesa finale attorno ai 17 km sul 7%), che avrebbe vinto la concorrenza di Cervinia per una tappa garantita dalla regione Valle d’Aosta, poi nel finale della seconda settimana resta da capire l’ordine tra una possibile giornata nel piacentino, una a Busto Arsizio (probabile volata) e appunto una crono a Milano, con un tappone tra il varesotto (tornerebbe il Cuvignone) e il Canton Ticino, con l’erta di Carì (quasi 8 km al 9,5%) quale conclusione già vista al Giro di Svizzera 2024.

Madonna di Campiglio, per la quarta volta nella sua storia e dieci anni dopo il timbro di Mikel Landa nel 2015, ospiterà un arrivo ad inizio 3^ settimana (la conferma arriva dalle colonne de L’Adige), dove resta qualche punto di domanda per un tappone prima o dopo il traguardo trentino, mentre Veneto e Friuli saranno teatro delle ultime sfide venerdì 29 e sabato 30 maggio (prima di volare a Roma per la passerella domenicale). Le salite dell’Agordino dovrebbero ospitare la tappa numero 19, che potrebbe non essere durissima, mentre Il Gazzettino ha di fatto ufficializzato, tramite le amministrazioni comunali, che la ventesima regalerà una doppia scalata a Piancavallo (dove nel 1998 Pantani staccò tutti, si arrivò anche nel 2020 con la volata di Geoghegan Hart che vinse poi quel Giro), 14 km al 7,8% di media per una conclusione spettacolare e che vuole tenere viva la memoria per il 50esimo anniversario del terremoto del ’76, tanto che la partenza avverrà da Gemona del Friuli.

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