Pedersen soffre tantissimo, ma fa tris in rosa a Matera battendo un enorme Zambanini e Pidcock

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Pedersen soffre tantissimo, ma fa tris in rosa a Matera battendo un enorme Zambanini e Pidcock

Quinta tappa del Giro con una volata in salita da brividi: la maglia rosa, sostenuto da un fantastico Vacek, resiste per centimetri alla rimonta del giovane della Bahrain-Victorious, con Pidcock 3° su Aular e Fiorelli. A Dunkerque e in Ungheria apertura con sprint a firma Zingle e Van Poppel.

Una tripletta soffertissima, portando a casa un’altra tappa dopo Tirana e Valona, e questa volta con la maglia rosa sulle spalle, quando tutto sembrava perso per Mads Pedersen.

Il complicatissimo arrivo di Matera, al termine dei 151 km di una frazione n° 5 del Giro d’Italia partita da Ceglie Messapica, premia ancora il danese faro della Lidl-Trek (proprio questa mattina, l’ex iridato ha annunciato che concluderà la sua carriera con la formazione statunitense, firmando “a vita” come Van Aert con la Visma), ma è successo un po’ di tutto dopo che il gruppo, a 13 km dalla conclusione, aveva raggiunto i fuggitivi di giornata (inizialmente con Giosué Epis) Davide Bais e Lorenzo Milesi.

Ai -4, su uno dei tanti strappi nel finale, è saltato completamente Wout Van Aert dopo che il compagno Kooij e quasi tutti i velocisti avevano mollato ai -30 km lungo le rampe di Montescaglioso.

E a poco più di 2 km dall’arrivo, lo stesso Pedersen è andato in grossa difficoltà sull’accelerazione nientemeno che di Primoz Roglic; a quel punto, però, uno strepitoso Mathias Vacek ha atteso il suo capitano, che è risalito nella successiva discesa con un gran numero, per approcciare a ruota del giovane ceco i 600 mt conclusivi tutti in dolce ascesa. Terzo sprint lanciato da Vacek a Pedersen e nuova vittoria, ma la maglia rosa ha dovuto superarsi per mantenere mezza ruota di margine su Edoardo Zambanini; favolosi gli ultimi 300 mt del trentino di casa Bahrain-Victorious, che dalla decima piazza rimonta lungo le transenne e sfiora il capolavoro che sarebbe stato anche il primo hurrà tricolore in questo Giro.

Secondo posto di tappa davanti a Tom Pidcock, che ha provato invano ad uscire ai 150 mt dalla ruota di Pedersen, poi il solito Orluis Aular 4° e un gran bel Filippo Fiorelli 5° davanti a Storer. In top ten anche Damiano Caruso, davanti a Del Toro, Carapaz e lo stesso Roglic, con i big arrivati assieme e Pedersen leader della generale con 17” sullo sloveno della Red Bull-Bora Hansgrohe, che resta il faro della corsa, 24 sul compagno Vacek e oltre 30” su McNulty, Del Toro e Ayuso di una UAE Emirates che nel finale ha gestito quasi sempre il ritmo sfruttando Jay Vine (ma non facendo grande selezione).

Giovedì la sesta tappa, oltre i 200 km per arrivare a Napoli con la seconda chance per gli sprinter puri.

Sono cominciate oggi due corse ProSeries (entrambe di 5 tappe con la conclusione prevista domenica). Partiamo dal Giro di Ungheria, dove un finale a sorpresa in quel di Gyor ha visto Danny Van Poppel tornare al successo, con una curva ai -300 mt che ha visto l’olandese della Red Bull-Bora Hansgrohe guadagnare i metri chiave per andarsene e festeggiare con buon margine su Tim Torn Teutenberg (Lidl-Trek) e un deluso Dylan Groenewegen (Jayco-Alula), mentre si conferma Matteo Malucelli (XDS Astana), quinto.

Volatona pure ad aprire la Quattro Giorni di Dunkerque: in quel di Amiens, lo spunto vincente è stato quello di Axel Zingle, al primo hurrà in maglia Visma Lease a Bike con il francese che si è imposto nettamente su Tobias Lund Andresen (PicNic), il norvegese Fredheim della Uno-X e Pascal Ackermann della Israel, mentre Alberto Dainese si è spento nel rettilineo conclusivo terminando 21°, dopo che in casa tricolore si era messo in mostra nei 5 km finali Alberto Bettiol con un paio di stoccate.

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