Clamoroso ad Amburgo, l'irlandese Townsend resiste dalla fuga del mattino e beffa De Lie, Magnier e Philipsen

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Clamoroso ad Amburgo, l'irlandese Townsend resiste dalla fuga del mattino e beffa De Lie, Magnier e Philipsen

La classica WT in Germania premia il campione nazionale irlandese, che resiste per pochi metri alla volatona del gruppo (senza Milan, che si stacca a 65 km dall'arrivo). Czech Tour, finale clamoroso con Uijtdebroeks che crolla e la generale a Lecerf, mentre nel Romandia donne la svizzera Chabbey ribalta tutto togliendo la maglia a Zigart.

L’edizione n° 28 della Cyclassics di Amburgo è stata forse la più ricca di thrilling in assoluto, perché quanto visto oggi nell’appuntamento World Tour nella città tedesca è qualcosa di unico o quasi a questi livelli.

Vince in maniera a dir poco clamorosa Rory Townsend, 30enne irlandese (campione nazionale su strada in carica) che regala alla Q36.5 il primo hurrà nel massimo circuito con un’impresa folle, visto che la fuga in compagnia dei soli Oliveira (Movistar), De Pooter (Intermarché) e Jacobs (Groupama-FDJ), parte a quasi 200 km dall’arrivo e vede i 3, con De Pooter che cede all’ultimo passaggio sul Waseberg quando mancano poco più di 15 km al gong, mantenere quei 20 secondi scarsi nel gran finale in pianura.

Con il gruppo (poco meno di 50 elementi) lanciatissimo a 5-6 secondi dal trio, ai 250 metri ecco che Townsend parte lungo per lo sprint e riesce nel capolavoro di mantenere pochi metri di margine su Arnaud De Lie, amarissimo 2° per la Lotto regolando Paul Magnier (altro podio WT per il classe 2004 transalpino della Soudal, brillantissimo anche in salita) e Jasper Philipsen, gran quarto dopo il rientro al Danimarca post infortunio e che si mette alle spalle Van Poppel, Wright, Morgado (primo di una UAE Emirates che ci ha provato con Del Toro e McNulty, rintuzzati dopo il Waseberg), Girmay, Louvel e un Van Aert mai troppo brillante e che si deve accontentare di completare la top ten.

L’Italia sperava in Jonathan Milan, 2° un anno fa ma che, al rientro in gara post Tour de France, cede già al terzo passaggio sullo strappo simbolo della corsa, quando mancano 65 km alla conclusione; sarà Matteo Trentin, 44°, il primo azzurro in classifica.

Clamorosa anche la conclusione del Czech Tour (categoria 2.1), con il secondo arrivo in salita, quello di Pustevny, che vede Cian Uijtdebroeks crollare sul più bello: con quasi 20 secondi di margine all’interno dell’ultimo km, il 22enne belga della Visma Lease a Bike (fresco del primo timbro da pro al Tour de l’Ain) sembra avere in mano tappa e classifica finale, ma da dietro la rimonta del tedesco Jannis Peter (Team Vorarlberg) in primis è letale, con Uijtdebroeks secondo appena davanti al diretto rivale William Junior Lecerf, che salva così la maglia gialla e vince la generale con 7” di vantaggio sul connazionale e 8 su Alessandro Fancellu (Team Ukyo), 7° di giornata dopo il 2° posto di due giorni fa.

Si è corsa la Polynormande (classica 1.1), sulle strade da Avranches a Saint Martin de Landelles, con il sesto successo del suo splendido 2025 per Nicolas Prodhomme: l’attacco decisivo del transalpino di casa Decathlon ad una dozzina di km dalla conclusione per anticipare di 30” i connazionali Dujardin e Mariault, con Giovanni Lonardi (Polti-VisitMalta) e Luca Mozzato (Arkéa-B&B Hotels) rispettivamente 7° e 8°.

Infine il Giro di Romandia femminile, con la terza e ultima frazione attorno ad Aigle: una sorta di classica che ha ribaltato le sorti dell’evento World Tour (alla quarta edizione, chiaramente stravolto dal caos dei team esclusi prima della cronometro inaugurale), con Elise Chabbey che festeggia in casa per la prima gara a tappe del massimo circuito che l’elvetica della FDJ-Suez mette in bacheca.

Arriva anche la prima vittoria stagionale a questi livelli per Blanka Vas (SD Worx), che batte nell’arrivo a tre Paula Blasi (UAE ADQ) e la stessa Chabbey, che sull’ultimo strappo a 10 km dall’arrivo ha fatto la differenza guadagnado i secondi decisivi nei confronti della leader Urska Zigart; la slovena dell’AG Insurance, in difficoltà poi nella discesa successiva, dirà addio al successo (dopo due secondi posti di tappa e un margine di 8” su Chabbey) concludendo nel gruppetto a 11”.

Chabbey si prende la corsa con 7” su Zigart, 20 rispetto all’olandese Kastelijn e con Blasi quarta, mentre Erika Magnaldi è nona di giornata e decima nella generale.

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