Primo incontro negli Emirati per le stelle della UAE, per Pogacar solo il Tour anche nel 2026? E Del Toro...

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Stradastagione 2026

Primo incontro negli Emirati per le stelle della UAE, per Pogacar solo il Tour anche nel 2026? E Del Toro...

La squadra numero 1 al mondo ha organizzato i primi meeting verso la prossima stagione, le parole di Matxin sul possibile programma dell'iridato con Giro e Vuelta verso il "no", considerate le classiche e una gara mondiale di nuovo dura e adatta a Montréal. Il messicano, fresco di uno-due ai campionati nazionali, potrebbe cercare la rivincita nella corsa rosa persa sul filo di lana nel 2025 e sulla quale è tornato nelle scorse ore.

La UAE Team Emirates XRG ha dominato in maniera impressionante la stagione su strada appena conclusa, con 95 vittorie e il bottino di grandi corse tutte nelle mani di Tadej Pogacar, dal quarto Tour de France per lo sloveno alla seconda maglia iridata, passando per Fiandre e Liegi, ma anche Lombardia, Europeo e Strade Bianche.

La formazione nettamente in cima al ranking mondiale si è già radunata, per i primi incontri organizzativi in vista del 2026, nella sua sede emiratina e c’è tanta curiosità attorno alle scelte del campione del mondo in vista di un’annata nella quale è certo che andrà all’assalto della sua prima Milano-Sanremo, sinora sempre sfuggita a “Pogi”, prima di valutare quali e quante classiche puntare in una primavera che sarà comunque intensa.

Proprio per l’impegno sulle corse di un giorno tra marzo e aprile, è decisamente probabile che Pogacar possa disputare un solo grande giro (come ha sempre fatto tranne nel 2024 della storica doppietta Giro-Tour), e sarebbe la Grande Boucle per tentare la cinquina in giallo come i grandissimi.

Se nei giorni scorsi il padre di Remco Evenepoel, il suo manager Patrick, aveva parlato ai media belgi di “voci in gruppo che porterebbero Pogacar a disputare Giro e Vuelta nel 2026, saltando il Tour”, ci ha pensato il capo dei direttori sportivi in casa UAE, Josean Matxin, a negare in maniera abbastanza chiara questa ipotesi. Parlando a Marca, il tecnico spagnolo ha spiegato che “a grandi linee ci saranno ancora Tour de France e Mondiali nel programma, anche se ufficializzeremo il tutto tra qualche settimana e, dovesse cambiare qualcosa, sarà per scelte di passione da parte di Tadej e non per strategia”.

Il percorso del prossimo Tour, con soli 26 km di crono individuale, anche se le montagne non sono durissime fino all’ultima settimana, è comunque molto buono per Pogacar (e certamente meno per Evenepoel), anche se discorso simile vale per Jonas Vingegaard, che pare invece orientato a provarci per il debutto al Giro e a quel punto andare anche in Francia, come fece il suo grande rivale nel 2024.

La Vuelta Espana, che il campione del mondo non ha ancora vinto (disputandola solo nel 2019, strepitoso 3° da giovanissimo e con tre tappe nel paniere), partirà da Monaco con una crono di una decina di km e l’organizzazione spera di convincere Pogacar, partendo dal Principato dove abita anche lo sloveno, ma con una sfida iridata così dura, e di nuovo ideale per le sue caratteristiche, come quella di Montréal a fine settembre, è chiaro che abbinare il GT di fine stagione al campionato del mondo è sempre molto complicato e porterebbe quindi Tadej a scartare ancora la corrida iberica.

Con l’addio di Juan Ayuso, è chiaro che in casa UAE la seconda punta per i grandi giri a questo punto è certamente Isaac Del Toro, che dovrà incastrare bene i suoi programmi con quelli del leader indiscusso del team: il fenomenale ventunenne messicano è arrivato negli Emirati in queste ore direttamente dal suo paese, dove tra giovedì e sabato scorso ha conquistato, sulle strade letteralmente di casa a Ensenada, entrambi i titoli nazionali tra cronometro e prova su strada.

Lo vedremo al Giro 2026 per cercare la rivincita dopo quanto accaduto sul Colle delle Finestre nell’ultima edizione che l’ha rivelato al mondo con il 2° posto finale, ma anche un po’ di rammarico per il modo in cui ha perso la maglia rosa a favore di Simon Yates? A questo punto diventa probabile, visto che la UAE ha già fatto intendere chiaramente che Del Toro avrà tutti i suoi spazi da capitano, e proprio sul Giro d’Italia 2025 è tornato lo stesso ragazzo della Baja California: come riporta “Spazio Ciclismo”, Isaac ha ammesso che quel giorno del tappone piemontese “forse avrei potuto fare qualcosa di differente, anche se questo probabilmente non avrebbe migliorato il corridore che sono ora.

Nel momento in cui Yates è rientrato su di me e Carapaz dopo il forcing dell’EF e ha attaccato, ho certamente calcolato male il distacco da lui considerando che aveva pure Van Aert che poteva aiutarlo, dall’ammiraglia avevo indicazioni di curare Carapaz che aveva dimostrato di avere le gambe migliori. Sì, avrei preferito perdere il Giro soffrendo sino alla fine, non è stato così”.

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