Che impresa di Jai Hindley: a Laruns tappa e maglia gialla, Ciccone è 2° e Vingegaard stacca Pogacar

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Che impresa di Jai Hindley: a Laruns tappa e maglia gialla, Ciccone è 2° e Vingegaard stacca Pogacar

La prima tappa sui Pirenei regala subito emozioni pure al Tour de France: l'australiano entra nella prima fuga e si prende tutto, ma il danese mette giù una bella ipoteca con "Pogi" che perde oltre un minuto. Giulio Ciccone è terzo nella generale e può fare sognare.

Le prime due frazioni nei Paesi Baschi sembravano aver già acceso la bagarre e oggi magari non ci si aspettava chissà quali cose su una tappa di montagna sì, ma non impossibile.

Il quinto giorno del Tour 2023, invece, regala 4 ore di corsa a dir poco spettacolare, in una Pau-Laruns che significa cambio della maglia gialla, dopo quattro frazioni da leader della generale per Adam Yates, e uno “schiaffone” di Jonas Vingegaard a Tadej Pogacar, se non definitivo già molto importante in chiave trionfo a Parigi.

Una fuga che non era nei piani della Bora-Hansgrohe, come ammesso dallo stesso ds Enrico Gasparotto, regala una giornata straordinaria, la seconda più bella della carriera dopo la maglia rosa finale al Giro 2022, a Jai Hindley. Lo scalatore australiano, al debutto alla Grande Boucle a 27 anni, conquista tappa e gialla, con il primo hurrà stagionale frutto del suo inserimento nell'azione di ben 36 uomini che ha caratterizzato la giornata.

Semplicemente perfetto il ragazzo cresciuto in Abruzzo, che sui 3 km più duri del Marie Blanque, ai 20 dall'arrivo, ha vinto la resistenza di Felix Gall, con il quale aveva staccato gli altri coraggiosi di giornata poco prima. Dietro, dopo che il gruppo maglia gialla aveva avuto anche oltre 4 minuti di ritardo dalla maxi-fuga, Wout Van Aert (nell'azione di giornata assieme allo stesso Alaphilippe, generosissimo ma ancora con poche gambe) ha innescato l'azione della Jumbo-Visma. La UAE Emirates, che aveva tirato tutta la tappa per contenere il distacco, è svanita in poche centinaia di metri e la sgasata di Sepp Kuss ha poi visto solo i due uomini più attesi, Vingegaard e Pogacar, rimanere a ruota dello statunitense.

A meno di 1500 mt dalla vetta, l'attacco del campione in carica del Tour ha fatto la differenza e, in maniera davvero netta, Pogacar ha chinato la testa e ceduto già una quarantina di secondi in vetta al Marie Blanque.

Il danese ha tirato dritto anche tra discesa e pianura senza ricevere aiuti dai fuggitivi ripresi uno alla volta, nel quartetto che poi è arrivato a 32” da Hindley ed è stato regolato da Giulio Ciccone. Gran giornata comunque per l'abruzzese, che non è riuscito a prendere la maglia a pois, sulle spalle di Gall grazie soprattutto ai punti del GPM hors categorie sul Col du Soudet, ma è secondo di tappa, nella classifica della montagna e sul podio dell'attuale generale.

Lo scalatore abruzzese della Lidl-Trek ha preceduto sul traguardo lo stesso Felix Gall (AG2R Citroen), Emanuel Buchmann che ha coperto alla grande Hindley per completare il trionfo Bora-Hansgrohe, e appunto Vingegaard quinto ma con un sorriso largo così.

Il leader della Jumbo-Visma, infatti, ha guadagnato 1'04” su Pogacar, arrivato in un gruppo ancora più corposo e regolato da Skjelmose Jensen, con gli stessi gemelli Yates presenti come Gaudu e Carlos Rodriguez, mentre la grande delusione arriva dagli uomini Bahrain-Victorious, con Landa e Bilbao a quasi 3', e solo parzialmente da Egan Bernal, non ancora pronto per giocarsela in questo Tour e distante 3'21” da Hindley.

La nuova generale? Jai Hindley in maglia gialla con 47” di margine su Vingegaard, 1'03” su Ciccone (a questo punto, la classifica si può curare eccome seppur Giulio abbia dichiarato nuovamente dopo l'arrivo che il leader rimane Skjelmose Jensen), 1'11” sul compagno di team Buchmann, con Adam Yates a 1'34” e il duo Pogacar-Simon Yates a 1'40”, 16” meglio di Skjelmose Jensen, Rodriguez e Gaudu che completano la top ten e sono ancora sotto i 2 minuti dal leader di questo Tour.

E domani si sale ancora, per il tappone pirenaico sulla carta più impegnativo, visto che dopo l'Aspin si scollinerà il Tourmalet a 50 km dalla conclusione, anche se gli ultimi 16 km verso Cauterets sono appena sopra il 5% di pendenza media.

Intanto, dalla quarta e penultima tappa del Tour of Austria è arrivato un bel successo azzurro: Matteo Sobrero, finalmente, si toglie una gran bella soddisfazione dopo una stagione solida e ricca di piazzamenti, conquistando il traguardo di Steyr. Il piemontese della Jayco-Alula è stato lanciato dal compagno Felix Engelhardt, alla fine secondo, con il ceco Michael Boros della Elkov terzo e altri due italiani nelle prime posizioni, ovvero gli alfieri di casa UAE Emirates, Formolo e Covi rispettivamente 6° e 7°.

In classifica generale, alla vigilia della frazione decisiva con l'arrivo in salita di Sonntagberg (4 km quasi al 9% e pure da affrontare altre due volte in precedenza), Jhonatan Narvaez rimane solido in maglia per la sua Ineos Grenadiers, con 28” di vantaggio sullo stesso Sobrero, 31 su Pena e 32 su Engelhardt, ovvero tre corridori della Jayco-Alula uno dopo l'altro.

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Alle 12.35 la partenza di una frazione che, negli ultimi 115 km dal primo muro a Recanati, propone ben poca pianura e tante insidie. Alaphilippe il primo indiziato per cercare il successo, occhio anche ai big e a qualche velocista resistente, nonostante lo strappo finale (con punte vicine al 20% a poco più di 10 km dall'arrivo). Pogacar in rosa, Tiberi già focalizzato sulla cronometro di sabato per avvicinare il podio.