Fantastico assolo di Wout Van Aert sotto il diluvio di Parigi! Che chiusura di Tour con Pogacar-show

Fantastico assolo di Wout Van Aert sotto il diluvio di Parigi! Che chiusura di Tour con Pogacar-show
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Stradatour de france 2025

Fantastico assolo di Wout Van Aert sotto il diluvio di Parigi! Che chiusura di Tour con Pogacar-show

Il belga si prende per la seconda volta la tappa nella capitale, staccando la maglia gialla sull'erta di Montmartre in un duello semplicemente fantastico: Ballerini commovente 2° di giornata, per il campione del mondo la quarta Grande Boucle in bacheca davanti a Vingegaard e Lipowitz. Jonathan Milan riporta in Italia la verde 15 anni dopo Petacchi.

Un finale pazzesco sotto il diluvio torrenziale di Parigi, uno spettacolo con due firme su tutte, quelle di Wout Van Aert e Tadej Pogacar, per la chiusura del 112esimo Tour de France che è ancora dello sloveno, per la quarta volta in giallo come Chris Froome (a -1 da Indurain, Anquetil, Merckx e Hinault) e protagonista assoluto pure nella frazione tutt’altro che passerella nel cuore della capitale.

A vincere il duello proprio contro il campione del mondo, è un WVA da sogno che rinasce, dopo una Grande Boucle discreta ma non certo ai livelli del passato, per conquistare la sua decima vittoria di tappa al Tour (dove non esultava dal 2022) e la seconda a Parigi, ma su un altro percorso rispetto a quello tradizionale che lo vide battere Cavendish nella volatona di gruppo di 4 anni fa.

Sì, perché l’inserimento del “circuito olimpico” con l’erta di Montmartre ha reso la vita impossibile alle ruote veloci, a maggior ragione con le condizioni meteo trovate dai corridori nei 40 km conclusivi; poco prima, ai -50, c’è stata la neutralizzazione per i tempi in ottica generale, in modo da non fare correre alcun rischio ai big prima che la stessa maglia gialla scatenasse la bagarre.

Sì, perché il campione del mondo voleva vincere anche in un contesto del genere, da fuoriclasse pigliatutto qual è, e sul primo dei tre passaggi a Montmartre ha incendiato la corsa (dopo la prima imbeccata di Alaphilippe) riducendo a 28 elementi coloro in corsa per il successo, prima del nuovo attacco ai -23 km che ha portato alla ruota di Pogacar solo Van Aert, Jorgenson, Mohoric e due splendidi Matteo Trentin e Davide Ballerini.

All’ultima occasione sull’erta simbolo dei Giochi di Parigi 2024, quando mancavano meno di 7 km al traguardo, il padrone del Tour ha sgasato stroncando tutti tranne Wout Van Aert, che ha contrattaccato quasi in cima e ha guadagnato piano piano quei metri decisivi per stroncare lo sloveno della UAE Team Emirates XRG; all’arrivo, per il secondo hurrà Visma Lease a Bike in questa edizione (curiosamente, è rimasto a secco il leader Vingegaard mentre l’altro timbro di tappa l’ha messo Simon Yates), il fiammingo ha indicato “dieci” con le dita per ricordare le sue vittorie al Tour de France, dopo aver piazzato un colpo, pur non essendo al meglio, anche al debutto in un Giro d’Italia che l’ha visto prendersi la splendida frazione delle strade bianche di Siena.

A 19” da Van Aert, ecco il grandioso 2° posto di un Davide Ballerini che ha fatto di tutto per provare a conquistare il successo più importante della carriera, con il canturino della XDS Astana che ha regolato Mohoric, lo stesso Pogacar ormai in festa (anche se l’obiettivo cinquina di tappe c’era eccome, ma la delusione è stata presto superata per ovvi motivi), Jorgenson, Trentin 6° e, distanti oltre un minuto, De Lie davanti a Vauquelin, che è stato il miglior francese pure nella generale dominata da “Pogi”.

A 4’24” dallo sloveno, Jonas Vingegaard ha conquistato la sua terza piazza d’onore, per quello che è il quinto anno consecutivo (record) in cui il danese e Pogacar (a proposito, 8 GT disputati in carriera e sempre sul podio con 5 trionfi) concludono ai primi due posti la Grande Boucle. Tante le rivelazioni, ma anche le delusioni (tra sfortuna, vedi Almeida, o per mille altri motivi pensando a Evenepoel, Jorgenson, Skjelmose e in parte Roglic), con Florian Lipowitz che al suo primo Tour conquista maglia bianca e 3° posto finale, ad 11 minuti netti da Pogacar re pure della montagna.

Oscar Onley (classe 2003, ricordiamolo) è gran quarto, precedendo Gall, Johannessen (finalmente esploso dopo mille guai fisici negli ultimi anni), Vauquelin, 7° e appunto primo dei transalpini che da 40 anni esatti non conquistano la corsa di casa, Roglic, Healy (grande Tour con una vittoria di tappa, l’unico della top ten a riuscirci oltre a Pogacar) e Jegat.

E in maglia verde, terzo azzurro della storia a vincere la classifica a punti dopo Franco Bitossi (1968) e Alessandro Petacchi, che ci riuscì nel 2010, ecco Jonathan Milan salire sul meraviglioso palco dei Campi Elisi, con il friulano che ha riportato pure l’Italia a vincere una tappa, nel suo caso ben due a Laval e Valence, 6 anni dopo Vincenzo Nibali.

E’ stato anche l’ultimo Tour de France di Geraint Thomas, alla quattordicesima recita nella gara più importante e che il gallese ha vinto nel 2018. Saluterà il grande ciclismo a settembre, partecipando al “suo” Tour of Britain.

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