Assurdo alla Vuelta: tappa neutralizzata ai -3 km e senza vincitore causa manifestanti, Pidcock e Vingegaard beffati

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Assurdo alla Vuelta: tappa neutralizzata ai -3 km e senza vincitore causa manifestanti, Pidcock e Vingegaard beffati

L'80esima edizione della Vuelta Espana sempre più nel caos a Bilbao: a meno di 15 km dalla conclusione, con decine di manifestanti sul rettilineo d'arrivo per un nuovo corteo anti Israel, la decisione di non stilare una classifica di giornata, prendendo i tempi dopo l'erta della Pike dove Pidcock e Vingegaard (ancora in maglia roja) fanno la differenza di qualche secondo rispetto agli altri big. Ora cosa accadrà?

Un caos totale, che aveva avuto il suo preludio già nelle scorse giornate, da quanto accaduto nella cronometro a squadre sino alla strada invasa dai manifestanti di nuovo ieri nella tappa verso Larra Belagua.

L’undicesima di questa 80esima Vuelta Espana, di fatto, non c’è stata per il successo di giornata visto che il corteo pro-Palestina ha impedito il regolare svolgimento del finale di Bilbao, dove si era anche partiti per una frazione che avrebbe dovuto (e comunque in parte l’ha fatto) regalare gran spettacolo con i tanti strappi nel cuore dei Paesi Baschi.

La presenza della Israel-PremierTech in corsa è sempre più un tema, tanto che già prima del via c’era stata una riunione con i corridori, rappresentati in questa Vuelta da Elia Viviani, che hanno manifestato tutti i propri dubbi sulla sicurezza in corsa dopo quanto accaduto. Poi la gara è partita, la Visma Lease a Bike l’ha gestita per vincere la tappa con Jonas Vingegaard, voglioso di dedicare il successo al figlio che oggi compie giusto un anno, ma anche i piani dell’asso danese in maglia roja sono andati in frantumi per la decisione assunta e comunicata quando ormai mancavano una quindicina di km all’arrivo, con il gruppo dei migliori verso l’ultima e decisiva ascesa all’Alto de Pike, mentre sul rettilineo del traguardo (già attraversato a meno di 40 km dalla conclusione con un pericolo corso dagli atleti) non c’erano più le condizioni di sicurezza per contenere i manifestanti.

L’annuncio: corsa neutralizzata ai -3 km, prendendo in quel punto i tempi per la classifica (lo scollinamento era previsto ai -8, poi la discesa finale), e nessun risultato di tappa, cancellando quindi anche gli abbuoni. Tom Pidcock, ammetterà poi nel post tappa, non sapeva nulla e ha attaccato senza remore sull’ultima erta, guadagnando addirittura una cinquantina di metri su Vingegaard allo scollinamento, prima del rientro del leader e con il tandem arrivato così al “nuovo traguardo” con dieci secondi di margine (oltre a racimolare qualcosa con i bonus posti in vetta alla Pike) sul quartetto formato da Almeida, Jorgenson, Hindley e Gall.

A 24 ecco Ciccone, Pellizzari (che resta maglia bianca), Bernal e Riccitello, leader proprio della Israel nell’occhio del ciclone e 2° nella graduatoria dei giovani alle spalle del marchigiano. Sino a questo assurdo finale, era stata una tappa battagliata eccome, con Marc Soler a provarci da lontano prima di uscire completamente di classifica, lo stesso Mads Pedersen che almeno ha raccolto punti per la maglia verde e il coraggioso tentativo del “padrone di casa” Mikel Landa, in azione dai -57 km sulla prima ascesa al Vivero e in coppia con Buitrago sino ai -32 km, quando il basco della Soudal-Quick Step ha alzato bandiera bianca per il mal di schiena che lo tormenta dalla caduta al Giro.

Si poteva fare qualcosa di diverso, anziché inventarsi un traguardo del genere? Probabilmente sì, conosciuti da tempo i pericoli e con la possibilità di chiuderla in vetta all’ultima salita, oppure blindare la zona d’arrivo che, invece, era aperta completamente al pubblico (ed è lì che si è scatenata la protesta, sul Vivero e sulla Pike non è accaduto nulla a parte un piccolo episodio nel secondo passaggio sull’ascesa più lunga delle due).

Ad ogni modo, la nuova generale dice Vingegaard in rosso con 50” di vantaggio su Almeida (che ha perso 12” dal diretto rivale), 56 rispetto a Pidcock che lascia giù dal podio virtuale Torstein Traeen, a 1’06” dopo aver ceduto complessivamente una quarantina di secondi, con Gall 5° a 2’17” e Jorgenson a 2’26”, mentre Ciccone e Pellizzari, 8° e 9° ad oltre due minuti e mezzo dal leader, sono stati scavalcati anche da Jai Hindley.

Per Lorenzo Fortunato uscita definitiva, finendo oltre i 21 minuti di distacco, dalla top ten e magari il bolognese della XDS Astana sarà tra gli attaccanti in un’altra tappa movimentata come quella direzione Los Corrales de Buelna, in programma giovedì prima degli arrivi più attesi sull’Angliru e alla Farrapona.

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