La Vuelta di Vingegaard finisce con la premiazione improvvisata in un parcheggio: Kwiatkowski attacca l'UCI

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La Vuelta di Vingegaard finisce con la premiazione improvvisata in un parcheggio: Kwiatkowski attacca l'UCI

Il caos totale provocato nuovamente ieri dai manifestanti a Madrid, ha portato ad una seconda tappa cancellata e una conclusione tristissima del terzo GT di stagione. Corridori e team si sono "inventati" le premiazioni (quelle ufficiali sono state annullate), ma gli interrogativi per il futuro sono tanti visto che, specialmente in Spagna, si è capito che la sicurezza dei corridori non è più garantita; il veterano polacco ne ha parlato a mezzo social, dicendosi molto preoccupato.

Jonas Vingegaard ha meritato la sua prima maglia roja, il terzo grande giro della carriera dopo i Tour del 2022 e 2023, ed è un vero peccato che l’asso danese, così come gli altri grandi protagonisti di questa 80esima Vuelta Espana terminata nel caos, non abbiano avuto non solo la soddisfazione della passerella finale a Madrid, con l’ultima tappa interrotta a metà, ma anche di tutta la cerimonia protocollare del post.

Se la sono inventata gli stessi corridori e gli staff dei team, nel parcheggio di un hotel della capitale, dimostrando uno spirito splendido per vivere qualche minuto di spensieratezza dopo l’enorme tensione sviluppatasi nel tardo pomeriggio di domenica, quando i manifestanti pro-Palestina hanno costretto a chiudere lì la corsa, in parte devastanto anche alcune zone della città. Al netto delle questioni politiche, con il governo spagnolo che in tal senso non si è certo opposto a questo tipo di proteste, dando maggior vigore a centinaia di persone che hanno manifestato senza che la Guardia Civil potesse intervenire in maniera più stringente, fanno riflettere le parole di Michal Kwiatkowski.

Poco dopo la conclusione anticipata della Vuelta, l’ex campione del mondo, che ha supportato i compagni di team della Ineos Grenadiers in questa edizione, ha espresso sui social un pensiero che, rivolto al futuro del ciclismo in un contesto del genere, sempre in attesa di capire se ci saranno interventi (da parte dell’UCI o degli organismi internazionali come accaduto in altri sport) per escludere la Israel-PremierTech finchè proseguiranno gli attacchi a Gaza, è decisamente preoccupato.

“L’UCI e gli organi preposti non sono riusciti a prendere decisioni giuste in tempo – ha scritto il veterano polacco – Non si può fare finta che non stia accadendo nulla, ormai è chiaro che le corse sono nel mirino di queste proteste e andrà sempre peggio, perché è stato trovato terreno fertile”.

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