In pista si chiude con l'iride di Gate, Valente, Quintero e Funicane. Settore femminile azzurro a secco

In pista si chiude con gli iridi di Gate, Valente, Quintero e Funicane. Settore femminile azzurro a secco
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Track Cyclingcampionati del mondo 2023

In pista si chiude con l'iride di Gate, Valente, Quintero e Funicane. Settore femminile azzurro a secco

Campionati del mondo di Glasgow: Letizia Paternoster è solo undicesima nell'Omnium (con caduta), Scartezzini 10° nella corsa a punti, il bilancio della nazionale di Villa salvato da Ganna.

Si chiude con quattro finali bellissime il Mondiale su pista, con la giornata conclusiva al Sir Chris Hoy Velodrome che lascia ancora a secco l'Italia, come nella serata precedente.

Le speranze principali di medaglia erano affidate a Letizia Paternoster nell'Omnium femminile, basti pensare che la trentina è stata vice campionessa del mondo in questa specialità nel 2019 e nel 2020; quarta nella classifica generale dopo le prime tre prove (3^ nello Scratch, 12^ nella Tempo-Race, 4^ nell'Eliminazione), la classe '99 azzurra è caduta poco prima di metà gara nella corsa a punti, chiudendo alla fine solo undicesima.

Certo, quella distrazione (Letizia si è voltata e non ha visto in tempo Wollaston scendere verso il centro pista) ha inciso per un buon piazzamento, anche se difficilmente sarebbe stato possibile lottare in zona medaglie per quanto visto.

Ha trionfato ancora Jennifer Valente (7° oro mondiale in carriera, il secondo a Glasgow 2023 dopo lo Scratch), al bis iridato lei che è pure campionessa olimpica in carica dell'Omnium: come sua abitudine, la statunitense ha fatto la differenza prima della corsa a punti, nella quale si è difesa dall'assalto di Amalie Dideriksen e Lotte Kopecky, rispettivamente argento e bronzo senza che riuscisse invece a Katie Archibald la rimonta da podio.

Il torneo della velocità femminile parla britannico ed è una parziale sorpresa, con la ventenne gallese Emma Finucane capace di stroncare la pluricampionessa del mondo Lea Sophie Friedrich con un secco 2-0 in finale, lo stesso risultato che la neozelandese Ellesse Andrews porta a casa contro un'altra tedesca delusa, Emma Hinze, nel confronto per la medaglia di bronzo.

Anche il Keirin maschile ha regalato emozioni e ribaltoni, con la Colombia a fare festa grazie al 24enne Kevin Quintero, favoloso nell'ultimo giro e mezzo per rimontare Harrie Lavreysen, principale favorito per il tris d'oro e alla fine solo quarto, alle spalle anche dell'australiano Richardson, secondo, e del giapponese Nakano, terzo, con gli olandese delusi considerando poi il 6° posto di Hoogland (alle spalle del britannico Carlin).

Infine la corsa a punti maschile, nella quale l'Italia non ha potuto schierare Simone Consonni e la “riserva” Elia Viviani, che avrebbe sostituito il bergamasco infortunatosi martedì, ma che non aveva i punti necessari per prendere il via; così, spazio a Michele Scartezzini e l'altro veronese del gruppo ha disputato una gara da protagonista, nel vivo della battaglia per il podio sino ad una ventina di giri dal gong, prima di rotolare sino al 10° posto nella corsa che riconsegna una maglia iridata, a dieci anni dalla prima in carriera, al neozelandese Aaron Gate.

Dominante il 32enne di Auckland, che ha battuto lo spagnolo Albert Torres e il belga Fabio Van den Bossche, con l'esperto tedesco Roger Kluge che le ha provate tutte nel finale per salire sul podio, chiudendo amaro quarto.

Il bilancio mondiale dell'Italpista? Da sufficienza risicata, il confronto con la rassegna iridata 2022 a Saint Quentin en Yvelines, riferendoci alle gare per i normodotati, è chiaramente in difetto: 10 mesi in Francia erano arrivati 4 titoli e 3 medaglie d'argento (secondo posto nel medagliere dietro ai Paesi Bassi), qui a Glasgow 4 medaglie complessiva, tutte dal settore maschile, con l'oro di Ganna nell'Inseguimento individuale, l'argento del quartetto e i bronzi per Jonathan Milan (Inseguimento) ed Elia Viviani (Eliminazione).

Considerando che ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 solo l'Inseguimento a squadre sarà nel programma tra le specialità che hanno visto la nazionale di Marco Villa salire sul podio in questi Mondiali, bisognerà risalire la china in particolare con le ragazze, che qualche alibi l'avevano pensando ai gravi infortuni di Guazzini e Balsamo, tutt'altro che al top nella rassegna iridata appena conclusa.

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