E' mancato dopo una lunga malattia Gianni Savio: il "Principe" dei dirigenti lascia un grande vuoto nel ciclismo

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Stradalutto

E' mancato dopo una lunga malattia Gianni Savio: il "Principe" dei dirigenti lascia un grande vuoto nel ciclismo

La scorsa notte è arrivata la notizia della scomparsa del 76enne torinese, grande manager che ha scoperto talenti sudamericani come Sierra, Rujano, Bernal, ha rilanciato Scarponi, Cattaneo e tanti altri, sempre con garbo, correttezza e quel tocco di classe che tutti gli invidiavano.

Gianni Savio è stato vinto da una lunga malattia, nella notte che porta all’ultimo giorno dell’anno, dopo aver vissuto un 2024 ancora nel suo mondo, quello del ciclismo professionistico con il progetto della GW-Shimano che aveva creato e portato avanti dopo le ultime complicate stagioni a firma Androni.

Un gentiluomo, per tutti il “Principe”, uno dei dirigenti di riferimento per gli ultimi 40 anni del nostro ciclismo: torinese classe 1948, Savio ha scoperto talenti di tante generazioni, pensando in primis a Egan Bernal che ha lanciato tra i pro prima del passaggio alla Ineos e di vedere lo scalatore colombiano trionfare al Tour (nel 2019) e al Giro, due anni più tardi.

E’ stato commissario tecnico della nazionale colombiana (vincendo l’oro nella cronometro mondiale 2002 con Santiago Botero) e di quella venezuelana, ha lanciato tantissimi nomi, dagli anni ’80 con Leonardo Sierra passando per José Rujano, che guidato dal tecnico piemontese sfiorò la maglia rosa al Giro 2005 (concludendo terzo con l’impresa a Sestriere), Ivan Ramiro Sosa e il rilancio di tanti corridori italiani, da Scarponi a Cattaneo.

Mancherà davvero a tutti.

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